Ritorno a scuola tra cattedre vuote e ambienti digitali, Bianchi: ‘Stiamo lavorando affinché tutti i prof siano al loro posto’

Ritorno a scuola in vista. Settembre è alle porte e con lui torna l’annuale problema delle cattedre vuote: quest’anno si stima che mancherà il circa il 40% dei prof (su 94mila cattedre autorizzate si stima che se ne riempiranno anche stavolta il 50/60%) e che l’anno scolastico ricomincerà con circa 150mila supplenti. Ma anche con tante novità: alla primaria arriveranno i docenti di educazione motoria, la metodologia Clil sbarcherà anche al primo ciclo e prenderanno il via i nuovi Its Academy. Inoltre nelle scuole si inizieranno a breve a vedere primi nuovi investimenti in infrastrutture e digitale grazie al PNRR. E, per quanto riguarda il problema delle cattedre vacanti, il ministro Bianchi comunque promette: “Quest’anno avremmo tutti i docenti al loro posto all’avvio delle lezioni”.

“Stiamo lavorando perché anche quest’anno, come l’anno scorso, ma mai in passato, all’inizio delle scuole tutti i docenti siano al loro posto. Per quanto riguarda le capacità assunzionali, ricordo che il governo ha garantito, fino al 2025, lo stesso numero di insegnanti nonostante la drammatica caduta demografica“, ha infatti dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in un’intervista al Sole24Ore. “Inoltre, dopo anni di concorsi a singhiozzo, la riforma del reclutamento, approvata dal Parlamento, ha finalmente indicato un percorso chiaro per chi voglia fare il docente. Dopo i 60mila dello scorso anno, stiamo assumendo i nuovi docenti previsti per quest’anno (a oggi si è superata quota 30mila e si proseguirà nelle prossime settimane, ndr) e stiamo completando le procedure concorsuali in corso. Con le nuove procedure approvate dal Parlamento, il Pnrr ci chiede di assumere ulteriori 70mila docenti entro il 2024“.

E per quanto riguarda il numero di supplenti aggiunge: “Il loro numero va commisurato all’intero organico docente, che si attesta a 800mila insegnanti, fra posti comuni e di sostegno, e comprende anche una quota fisiologica dovuta ad assenze, distacchi e comandi presso altre amministrazioni. Poi entro il 2024 assumeremo ulteriori 70mila professori“.

Bianchi si dice comunque fiero del lavoro fatto fino ad oggi e che dovrebbe vedersi anche con il ritorno a scuola ormai prossimo: “Pnrr, scadenze e obiettivi sono tutti raggiunti.. Famiglie e ragazzi cominceranno a vedere nuovi acquisti per arredi e laboratori, classi digitali, interventi di manutenzione. Ci sarà più formazione per i docenti, a beneficio della didattica. Completeremo il rilancio della filiera tecnico-professionale, dopo gli Its cambieremo istituti tecnici e professionali”.

La scuola sembra dunque prepararsi alla ripartenza con una veste decisamente più digitale grazie ai 2,1 miliardi del Pnrr per aule e laboratori 4.0 che sono stati assegnati ai presidi ai primi di agosto e che portano a 4,9 miliardi la dote per l’innovazione degli istituti scolastici arrivata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tanti gli interventi previsti anche in vista del ritorno a scuola: si va dagli 800 milioni per la formazione dei docenti alla didattica digitale integrata ai 445 per il potenziamento delle reti locali, cablate e wireless delle scuole; dai 455 per gli schermi interattivi nelle aule ai 99 per la creazione di ambienti Stem; dai 600 milioni per il piano Banda larga ai 60 del piano PagoPa-Spid-Cie; dai 155 milioni per la migrazione cloud e i siti internet degli istituti scolastici ai 250 per gli ambienti innovativi nell’infanzia.

A questi vanno poi aggiunti i 2,1 miliardi del piano Scuola 4.0,  cuore dell’intero programma. Scopo del piano è quello di trasformare, già per il ritorno a scuola, almeno 100mila aule tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. Per quanto riguarda le “Next generation classrooms”, in ciascuna scuola potranno essere “riprogettate” almeno la metà delle classi attuali, trasformando arredi e attrezzature. Con i “Next generation labs” invece, gli studenti degli istituti superiori potranno sviluppare competenze digitali specifiche nei diversi ambiti tecnologici avanzati (come robotica, intelligenza artificiale, cybersicurezza, comunicazione digitale), anche attraverso attività autentiche e di effettiva simulazione dei luoghi, degli strumenti e dei processi legati alle nuove professioni.

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