Ripensare la durata della scuola media? Fedeli smentisce 

Si sgonfia l’ipotesi di abbreviare la durata della scuola media.

Era stata, dunque, un’uscita estemporanea non concordata con la sua Ministra quella del sottosegretario all’istruzione Angela D’Onghia, che la settimana scorsa aveva spostato l’attenzione del lancio della sperimentazione dei licei quadriennali all’ipotesi di riforma della scuola media: “Dobbiamo avere un ciclo di studi di sette anni dopo la primaria – aveva dichiarato – ma la rimodulazione va fatta a partire dalla scuola secondaria di primo grado. È necessario iniziare a parlare di un settennato posteriore alla primaria. Dopotutto ce lo chiede l’Europa di realizzare un unico segmento di scuola secondaria di sette anni”.

La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in un’intervista a La Stampa uscita sabato 2 settembre, rispondendo alla domanda della giornalista sull’ipotesi di revisione dei cicli scolastici aveva glissato, limitandosi ad affermare: «Abbiamo iniziato in questi giorni a ragionarci. Gli argomenti su cui si discute sono la durata, le materie, le modalità di studio ma in un’ottica di armonizzazione di tutti i cicli in modo da non creare scompensi. È chiaro che nella legislatura non ci saranno i tempi per una riforma, ma voglio offrire una proposta che permetterà di avere gli strumenti per affrontare il tema nei tempi giusti. L’obiettivo è portare il maggior numero di ragazze e ragazzi ad avere una formazione migliore, ridurre il gap tra Italia e il resto dell’Ue per numero di laureati, di diplomati, di Neet e di studenti che abbandonano le scuole».  

Il servizio giornalistico, tuttavia, aveva forzato le dichiarazioni del ministro costringendola ad una secca smentita: la riduzione di un anno della scuola media non è nei progetti suoi né del suo partito. Punto. Il ballon d’essai agostano è servito.