Rinnovo dei contratti del pubblico impiego: le ragioni per cui CGIL e CIDA ANP non hanno firmato

Il 30 ottobre, a Palazzo Chigi, le confederazioni CIDA, cui aderisce l’ANP, e CGIL non hanno firmato il Protocollo d’intesa sul rinnovo dei contratti nel pubblico impiego per il biennio 2008-2009 predisposto dal ministro della Funzione pubblica Brunetta.

Il Protocollo è stato firmato invece da CISL, UIL, UGL e CONFSAL (cui aderisce lo Snals), che hanno giudicato nel complesso accettabile la proposta del governo, che prevede anche il ripristino dei fondi per la contrattazione integrativa (730 milioni), che erano stati tagliati dal decreto legge 112 del 25 giugno 2008 (poi convertito nella legge 133).

Le ragioni per le quali la CIDA e la CGIL non hanno sottoscritto l’intesa sono diverse (più legate alle esigenze categoriali dei dirigenti per la CIDA, più riferite alla perdita del potere d’acquisto di tutti i pubblici dipendenti per la CGIL), ma abbastanza convergenti per quanto riguarda l’area V, quella dei dirigenti scolastici. La CIDA sostiene che “nel protocollo è assente qualsiasi riferimento alla situazione dell’Area V della dirigenza della scuola, alla necessità di contrattare l’intero quadriennio, all’inderogabile esigenza di destinare risorse aggiuntive all’area in funzione della perequazione retributiva esterna ed interna“. Per la CGIL, gli aumenti salariali previsti dalla proposta governativa per il personale della scuola “sono mediamente di 70 euro lordi (49 netti) a fine biennio, una cifra decisamente lontana da quella necessaria a coprire il vertiginoso aumento del costo della vita“, mentre “non è stato neppure varato l’Atto di indirizzo del quadriennio contrattuale della Dirigenza Scolastica“.

Il segretario della CISL Raffaele Bonanni ha espresso “rammarico” per la mancata firma della CGIL, che rischia a suo parere di “rafforzare l’opinione di taluni che in alcune decisioni pesano altri elementi. Spero che gli amici della Cgil ricostruiscano un rapporto più idoneo rispetto alla pluralità delle realtà sindacali“. Analoga la valutazione del segretario della UIL Luigi Angeletti.