Rinnovati i Consigli Di Istituto, ecco cosa chiedono le scuole. Ascolta gli audio dei coordinamenti regionali

di Anna Maria De Luca

All’indomani della giornata del rinnovo dei consigli di istituto, Tuttoscuola ha deciso di sentire la voce di alcuni coordinamenti regionali dei CDI, i Consigli Di Istituto, per capire cosa chiedono alle scuole e come stanno vivendo il proprio ruolo. In Puglia, per esempio, i genitori si sono trovati a scegliere se far fare ai propri figli la didattica a distanza o in presenza: la Regione ha lasciato a loro la possibilità di decidere. Racconta a Tuttoscuola il presidente e fondatore del coordinamento regionale, Gianfranco De Maglie, riconfermato nelle elezioni del 28 e 29 novembre alla presidenza del CDI dell’istituto comprensivo Aldo Moro di Carotino (Barletta): “Viviamo un periodo molto particolare che nessun di noi avrebbe mai potuto immaginare, ma ci siamo dentro e dobbiamo affrontarlo. Le scuole si sono messe in gioco su tutti i fronti per stare vicine alle famiglie ma ci sono state scelte da parte dei genitori, non facili”.

Che cosa chiedono i presidenti dei CDI ai dirigenti scolastici? “Quello che vogliamo – spiega Anna Maria Riccio del coordinamento del Lazio, nato nell’agosto 2020, che oggi conta già 250 istituti scolastici – è una scuola finalmente al servizio degli studenti, libera ed aperta e lavoriamo in supporto alle istituzioni perché questo possa accadere il prima possibile“.

Ascolta l’audio di Anna Maria Riccio

Alla stessa domanda, dalla Puglia, risponde De Maglie: “Cosa vogliamo? Un coinvolgimento a livello regionale, vogliamo partecipare ai tavoli. Per i trasporti, per esempio, abbiamo proposto un progetto alla prefettura di Barletta per l’attivazione di una app che si collega al Sidi: l’obiettivo è avere una situazione chiara sui trasporti e quindi sapere quanti sono i ragazzi che si spostano e su quali tratte. Stiamo cercando di avere un riconoscimento presso il Miur: vogliamo far capire che la figura del presidente del consiglio di istituto è importante, soprattutto ora che c’è la pandemia. Ci siamo messi a disposizione delle scuole, abbiamo studiato tutti i decreti e i dpcm per poter rispondere alle domande dei genitori che ci telefonano. Ora siamo preoccupati per l’open day imminente: i ragazzi hanno la curiosità di accedere ai futuri istituti ma questo potrebbe diventar un problema per il covid quindi molti optano per l’open day digitale”.

Ma cosa fanno esattamente i presidenti dei Consigli D’Istituto? Lo spiega De Maglie: 

Ascolta l’audio di Gianfranco De Maglie

In Sardegna il coordinamento è nato in piena pandemia. “L’emergenza – spiega la presidente, Giuliana Moro ci ha spinto a fare rete tra di noi quindi non tutti i mali vengono per nuocere. La rete si è intensificata anche tra regioni e siamo in crescita”. La Moro è quasi tripla presidente: si è ricandidata sia all’istituto comprensivo numero 3 di Alghero, dove è stata presidente già per dodici anni, sia nel polo liceale Fermi – Manno – Costantino. “Bisogna aspettare la prima riunione del nuovo consiglio per confermare la presidenza ma ho diversi colleghi qui in Sardegna che sono presidenti in due scuole”. Anche in Veneto il coordinamento dei Consigli Di Istituto è nato in piena pandemia come spiega Marco Ruffin, tra i promotori del coordinamento nazionale

Ascolta l’audio di Marco Ruffin, coordinamento presidenti CDI Veneto

La Moro è contenta di un risultato importante ottenuto in questo primo anno dal coordinamento regionale sardo: far avvicinare ai ruoli di rappresentanti genitori che non hanno mai vissuto la scuola in questo modo. “Considerando che è un ruolo gratuito e che necessita di una buona capacità relazionale, spesso viene schivato invece quest’anno c’è stata più partecipazione. Come coordinamento regionale, speriamo di offrire supporto a chi si vuole avvicinare a questi ruoli che sono fondamentali per la scuola. Paragonando la scuola ad un’azienda, chiaramente non in senso stretto, è evidente quanto sia importante una relazione diretta: ignorando l’aspettativa e  le necessità del cliente il prodotto non corrisponde e si verificano i trasferimenti dei ragazzi, quindi è necessaria la comunicazione. Di certo serve più disponibilità da parte dei docenti e dei dirigenti ad accogliere la presenza dei genitori. Abbiamo lavorato intensamente e abbiamo fatto passi da gigante sviluppando ottimi contatti anche con l’ufficio scolastico regionale e con la Regione. Non facciamo battaglie o polemiche ma vogliamo parlare chiaramente delle difficoltà in modo che chi di competenza se ne faccia carico”.  

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