Rimpasto di Governo con spacchettamento del Miur in vista?

La modifica del bicameralismo perfetto che il Senato si appresta a varare e la possibile nomina del ministro Mogherini dagli affari esteri di Roma a quelli di Bruxelles potrebbero rappresentare l’innesco per un rimpasto finalizzato ad un riequilibrio nell’esecutivo. In questo scenario il premier Renzi, per aggredire l’elettorato moderato, dovrebbe mettere le “mani” sul dicastero della pubblica istruzione con una persona di stretta fiducia. Ovviamente la questione è politica e non è un problema di poltrone, in quanto per sollevare un ministro serve una crisi di governo alla quale al momento nessuno è interessato. Il campo di gioco è stretto, gli spazi di manovra limitati e vanno riempiti di contenuti.

Renzi, che si sta dimostrando capace di affrontare tutte le curve con perizia, sapendo che il motore della macchina del Miur non può perdere giri, potrebbe puntare sullo spacchettamento del Ministero: Istruzione da una parte e Università e Ricerca dall’altra. Una soluzione più volte percorsa in passato. Dopo che il governo Berlusconi nel 2001 aveva accorpato i due ministeri nel Miur (ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), affidandone la conduzione unitaria al ministro Letizia Moratti, il governo Prodi nel 2006 aveva nuovamente separato i due ministeri, con Giuseppe Fioroni all’Istruzione e Fabio Mussi all’Università e Ricerca. Poi il successivo governo Berlusconi aveva accorpato nuovamente i due ministeri nel Miur, affidandone la conduzione a Mariastella Gelmini. E ora, forse, si spacchetta ancora, ritornando al passato.

La prospettiva dello spacchettamento potrebbe trovare elementi giustificativi nell’esito sfavorevole delle elezioni europee per Scelta Civica per l’Italia, di cui Stefania Giannini era segretaria nazionale. Lo spacchettamento non sarebbe, però, traumatico, perché la Giannini conserverebbe la titolarità del ministero dell’Università e Ricerca, più congeniale alla sua esperienza universitaria.

E al ministero dell’Istruzione andrebbe Roberto Reggi, attuale sottosegretario di viale Trastevere, renziano di ferro.