Riforme e sindacati/1. Alla ricerca dell’unità perduta

Con quali risorse, finanziarie e umane, è possibile sostenere le riforme, o meglio una serie di processi realmente innovativi, nella scuola di oggi? Come è possibile innovare in questa fase di sacrifici e di tagli alla spesa pubblica che colpiscono duramente proprio il mondo della scuola? E’ possibile una strategia unitaria, o almeno convergente, dei sindacati a sostegno di una scuola migliore?

Sono domande alle quali si è cercato di dare risposta nella tavola rotonda che ha concluso i lavori della Summer School di Tecnodid, svoltasi a Ischia tra il 18 e il 22 luglio 2010. All’incontro, coordinato dal redattore di Tuttoscuola Orazio Niceforo, hanno partecipato i segretari generali dei tre sindacati confederali della scuola – Mimmo Pantaleo per la Flc-Cgil, Francesco Scrima per la Cisl scuola e Massimo Di Menna per la Uil scuola – e il presidente dell’Anp Giorgio Rembado.

Riforme e riflessi nella condizione professionale di docenti e dirigenti era il tema dell’incontro, al termine di quattro giornate dedicate a tematiche affrontate essenzialmente sul piano tecnico e culturale – la governance, l’autonomia, la valutazione, i nuovi ordinamenti – cui hanno preso parte circa trecento partecipanti: un notevole successo anche organizzativo per l’iniziativa di Tecnodid e del suo direttore editoriale Antonio Crusco.

C’era attesa per questa specie di summit pubblico dei numeri uno dei più importanti sindacati della scuola (doveva intervenire anche Nigi dello Snals, trattenuto a Roma da un impegno imprevisto). La risposta che è venuta da Ischia è stata problematica e articolata, ma non negativa. Vediamo come e perché.