Riforma Moratti. I tre no del Tar al Codacons e il ricorso confederale

Il primo round dei ricorsi contro la riforma Moratti si è concluso il 1° luglio con l’insuccesso del Codacons che non ha visto accolta dal Tar del Lazio la richiesta di sospensiva dei provvedimenti ministeriali (e del norme legislative) di riforma.
Almeno tre erano le ragioni del ricorso, ma nessuna per il momento ha trovato ascolto presso il Tar e il Codacons dovrà attendere il giudizio di merito o impugnare le decisione al Consiglio di Stato.
I tre no hanno riguardato la questione dell’anticipo nelle scuole dell’infanzia (verrebbero favoriti i genitori dei Comuni più ricchi, secondo il Codacons), le ore opzionali di frequenza a discrezione delle famiglie (nelle zone degradate della penisola vi sarebbe una fuga da quelle tre ore di insegnamento, con i genitori che preferiranno impiegare i figli in lavori o altre attività) e il docente tutor (una espropriazione delle funzioni tradizionali dei docenti con eliminazione di quel pluralismo che è il risultato della libertà individuale di insegnamento).
Quei tre no potrebbero pesare sulle sorti dell’altro ricorso presentato dai sindacati confederali della scuola e pendente presso il Tar del Lazio dove verrà discusso il 12 luglio, anche perché in alcune parti si avvicinano alle motivazioni addotte dai sindacati per fermare l’attuazione della riforma.
Anche da parte sindacale vi è richiesta di sospensiva come per il Codacons.
Se così sarà, anche per i sindacati Cgil, Cisl e Uil della scuola vi sarà l’attesa del giudizio di merito e l’appello al Consiglio di Stato.
Di round questa vicenda sembra annunciarne molti.