Riforma della scuola/2: la consultazione per andare oltre gli steccati?

Il Governo non sembra eccessivamente preoccupato della “rivolta” sindacale di delegittimazione preventiva dello sforzo riformatore del governo, definito frettoloso e non ben meditato, ed annuncia che si rivolgerà direttamente a tutti i protagonisti della scuola per una consultazione generale sulla proposta. Così dopo la riforma della PA ora tocca all’istruzione sottoporsi alla consultazione telematica.

Oggi, a differenza del passato, quando c’è un problema non si costituisce una commissione, ma si promuove una consultazione che in apparenza trasforma ogni cittadino in un legislatore. In questo caso però la consultazione orientativa si pone come strumento privilegiato di una interlocuzione adeguata tra decisore politico e mondo della scuola che va oltre la ripetitiva ed inefficace funzione meramente informativa, astuta messinscena volta prevalentemente a nascondere problemi di gestione politica della proposta di riforma.

Da qui un problema di merito sul metodo che investe il rispetto dell’opinione espressa e il livello di libertà di scelta che assume concretezza solo se la comunità scolastica e sociale ha di fronte alternative chiare e puntuali. Le domande quindi hanno maggiore valore delle risposte perché le orientano e spesso le prefigurano. L’osservazione non ha alcuna pretesa di scientificità, nulla di accademico e poco di tecnico, ma si pone solo l’obiettivo di mettere in luce la complessità di mettere in moto un processo di innovazione che non è un opzione ma un percorso obbligato.