Riforma del reclutamento: le 3 strade per diventare docenti. Le novità

Novità in vista per chi sogna un giorno di sedersi in cattedra. Secondo quanto segnalato da ‘Il Sole 24 Ore’, il governo può riscrivere nuovamente le regole per il reclutamento. Parliamo di lauree semiabilitanti, triennale + magistrale (3+2) o a ciclo unico, con l’aggiunta di 60 crediti formativi su materie antropsico-pedagogiche “acquisibili” negli ultimi due anni di corso e il vecchio esame di abilitazione sostituito da una lezione simulata al completamento dei 60 Cfu. E’ questo il progetto a cui starebbero lavorando i ministri Bianchi e Messa e che rappresenta un punto essenziale della riforma del reclutamento prevista dal Pnrr. Lo scopo è quello di arrivare al 2024 a 70mila immissioni in ruolo di docenti qualificati e formati. Diverse le opzioni previste dallo schema di decreto legge atteso in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Le indiscrezioni metterebbero di fronte agli aspiranti docenti tre strade:

1) Conseguire almeno 30 Cfu (di cui 15 di tirocinio) all’università e partecipare alle selezioni a cattedra, salvo poi completare i restanti 30 Cfu e l’abilitazione con un anno a tempo determinato e part-time.

2) Ottenere 60 Cfu e l’abilitazione già durante gli studi, passare il concorso così da svolgere subito l’anno di prova e, previa valutazione positiva, giungere alla conferma in ruolo.

3) Per i precari “storici” (con almeno 36 mesi di servizio alle spalle) che possono accedere direttamente al concorso (senza 60 Cfu e abilitazione) e, se passano le prove, iniziare l’anno di prova.

Scompaiono dunque i 24 CFU, requisito da sommare alla laurea, che hanno contraddistinto il reclutamento degli ultimi anni.  Questi crediti erano nati come norma transitoria in attesa di una strutturata, ma alla fine sono rimasti come requisito per accedere all’insegnamento tramite concorso ordinario. Lo stesso Ministro Bianchi d’altronde la scorsa estate era stato netto sui 24 CFU: “Non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante. Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”

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