Gestione casi Covid a scuola e nuovo decreto: quarantena per fasce di età. La bozza

Eliminare la distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati e aumentare la soglia di casi positivi oltre la quale si torna tutti in Dad. E’ quanto bisogna fare per tornare a scuola in sicurezza subito dopo le vacanze di Natale, dal 10 gennaio prossimo dunque, secondo il Governo. E mentre alcune Regioni come Lazio e Calabria fanno slittare al 10 gennaio la riapertura delle scuole prevista per il 7 gennaio, il Consiglio dei Ministri si riunisce per varare le nuove misure anti contagio. Tra i temi anche la gestione dei casi Covid a scuola. La bozza del nuovo decreto contenente le misure anti Covid.

Leggi la bozza del nuovo decreto

Alla scuola primaria, con un solo contagio la classe resta in presenza con testing di verifica, ma con 2 va tutta in Dad, secondo quanto prevede la bozza del decreto sulle nuove misure anti-Covid. Alle scuole superiori e alle medie la Dad scatterebbe invece solo al quarto caso in classe, mentre con 3 casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e comunque monitorati (Dad per i non vaccinati). Anche alle superiori, con fino a 2 casi è prevista autosorveglianza per tutti e utilizzo Ffp2. Questa la proposta del Governo sulle misure per le quarantene, in vista del ritorno in classe dei prossimi giorni.

Nello specifico, l’art. 4 della bozza del nuovo decreto riporta testualmente:

”Nella gestione dei contatti stretti con soggetti confermati positivi al COVID-19 nel sistema educativo, scolastico e formativo, si applicano le seguenti misure:

a) nelle istituzioni del sistema integrato di educazione e di istruzione di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, in presenza di un caso di positività nella stessa sezione o gruppo classe, si applica alla medesima sezione o al medesimo gruppo classe una sospensione delle relative attività per una durata di dieci giorni;
b) nelle scuole primarie di cui all’articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59:

1) in presenza di un caso di positività nella classe, si applica alla medesima classe la sorveglianza con test antigenico rapido o molecolare da svolgersi al momento di presa di conoscenza del caso di positività e da ripetersi dopo cinque giorni;
2) in presenza di almeno due casi di positività nella classe, si applica alla medesima classe la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni;

c) nelle scuole secondarie di primo grado di cui all’articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 nonché nelle scuole secondarie di secondo grado e nel sistema di istruzione e formazione professionale di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 266:

1) fino a due casi di positività nella classe, si applica alla medesima classe l’autosorveglianza con l’utilizzo di mascherine di tipo FFP2 e con didattica in presenza;
2) con tre casi di positività nella classe, per coloro che non abbiano concluso il ciclo vaccinale primario da meno di centoventi giorni, che non siano guariti da meno di centoventi giorni e ai quali non sia stata somministrata la dose di richiamo, si applica la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni, per gli altri soggetti, che diano dimostrazione di aver effettuato il ciclo vaccinale o di essere guariti nei termini summenzionati, si applica l’autosorveglianza con l’utilizzo di mascherine di tipo FFP2;
3) con almeno quattro casi di positività nella classe, si applica alla medesima classe la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni“.

Deve essere la comunità scientifica – afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia – a certificare la possibilità” di riaprire le scuole il 10 gennaio. E sul rientro sembra essere aperto lo scontro tra i sindacati e il ministero, accusato di “sgarbo istituzionale” per non aver portato al tavolo di oggi le misure previste per il ritorno in classe. Esprimono “preoccupazione” anche i presidi che sposano la proposta delle Regioni di rivedere i protocolli sulle quarantene.

L’ultima parola, ribadiscono i governatori, dovrà però essere quella del Cts. Le questioni messe sul tavolo sembrano trovare d’accordo anche palazzo Chigi che già oggi potrebbe dare il via libera alle nuove procedure.

Intanto nell’incontro dello scorso 4 gennaio tra il premier Mario Draghi e i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è stata ribadita la volontà di preservare quanto più possibile le lezioni in presenza rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe. Lo stesso Bianchi, durante l’incontro con i sindacati, ha sottolineato che la scuola sarà “in presenza e in sicurezza”. 

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