Ritorno a scuola, nessuno slittamento: dal 10 gennaio tutti di nuovo in classe. Ipotesi ritorno in Dad con 2 positivi

Bocciata la proposta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca: nessuno slittamento, alunni e personale scolastico torneranno in classe in presenza dal prossimo 10 gennaio, secondo i calendari scolastici regionali. Il Governo mantiene dunque la linea rigorosa e conferma la data del 10 gennaio per il ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie, anche se probabilmente con alcune modifiche per quanto riguarda quarantene e distinzioni tra vaccinati e non nelle classi, tema sul quale è ancora scontro all’interno dell’Esecutivo. Di gestione di casi Covid a scuola si parlerà intanto proprio nel corso della Conferenza Stato Regioni fissata per domani, 5 gennaio. Intanto in queste ore inizia a circolare la bozza delle Regioni per la gestione dei casi Covid a scuola: alle elementari e alle medie si tornerebbe tutti in Dad  con 2 casi positivi.

Le Regioni spingono infatti per eliminare il distinguo tra vaccinati e non a scuola e, allo stesso tempo, per aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finirebbero in Dad. L‘idea sarebbe quella di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di tornare in Didattica a distanza. La proposta delle Regioni sarebbe che per le scuole dell’infanzia si finirebbe in quarantena per sette giorni con un solo caso, mentre per le elementari e la prima media la quarantena e l’interruzione della frequenza si avrebbero se ci sono almeno due contagiati. Nel caso di un solo positivo si attiva l’autosorveglianza, con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, lo stop alla frequenza e la quarantena scatterebbero con un minimo di 3 casi.

L’ultima parola, ribadiscono i governatori, dovrà però essere quella del Cts che in qualche modo dovrà garantire sulla stabilità sanitaria di tali decisioni.

Secondo quanto riporta Ansa.it, la raccomandazione “razionale” delle Regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale alta (70%) con contatti a basso rischio e di tenere conto dell’andamento epidemiologico e in particolare della variante Omicron.

A preoccupare, al momento, sono i dati che riguardano i casi di positività in quella fascia di età che per ultima ha cominciato il ciclo vaccinale: 5-11 anni. Circa 1 contagio su 4 , rivela infatti la Società Italiana di Pediatria, riguarda nell’ultima settimana gli under 20. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono aumentati di quasi 800, 791 per la precisione, passando da 8.632 a 9.423. E l’andamento della campagna vaccinale stenta a decollare proprio nella fascia 5-11 anni, dove si raggiunge appena il 10% di immunizzati, contro il 70% tra i 12enni e i 19enni.

E se le scuole stanno già correndo ai ripari e provando, con tutte le misure di cui dispongono (stanno già arrivando le prime forniture di mascherine Ffp2) a tenere a bada i casi di positività quando si tornerà in classe, il governatore della Campania, De Luca, ha addirittura proposto di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio”. Palazzo Chigi chiude però definitivamente le porte a questa idea: la linea – ribadita più volte nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – è quella di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità. 

 

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