Rientro in classe, allarme delle Regioni sui trasporti: ‘Puntare tutto su scaglionamento degli ingressi a scuola’

Ci sarà una terza ondata dei contagi? Si sta pensando a scaglionare ingressi e uscite dalle scuole? Non sarebbe stato meglio investire in impianti di aerazione? Tutti parlano del ritorno a scuola fissato per il prossimo 7 gennaio, tanti ignorando l’enorme elefante nella stanza: il problema dei trasporti. Il Veneto è il primo a puntarci i fari: per consentire il rientro a scuola del 75% degli studenti di scuole superiore, 160mila ragazzi su 213 mila, usando il 50% della capienza dei mezzi di trasporto, c’è bisogno di almeno altri 802 bus, dei quali 771 messi a disposizione dai privati. La questione è finita in conferenza Regioni. 

“Per i trasporti occorre agire con decisione dal lato dell’offerta, con potenziamento dei servizi, e della domanda, con diversificazione degli orari d’ingresso alle scuole secondarie di secondo grado, ponendo fine ad una situazione non gestibile, che ha lasciato il tema orari nella discrezionalità dei singoli dirigenti scolastici. È chiaro che così non si programma niente, se non il caos”, ha dichiarato, secondo quanto riporta IlSole24Ore, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Campania e coordinatore della Commissione Infrastrutture e trasporti della Conferenza delle Regioni, durante un’audizione in Commissione Istruzione del Senato.

L’unica soluzione possibile, secondo le Regioni, sarebbe quella di puntare tutto su un forte scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola: “Va ribadito che la possibilità di potenziare e incrementare i servizi – ha infatti puntualizzato il vicepresidente della Campania – non è illimitata ed occorre comunque tener conto delle differenze tra i diversi tipi di Trasporto Pubblico Locale: extraurbano; urbano, suburbano, metropolitana; ferrovia. Non è agevole utilizzare bus turistici per il tpl urbano, considerate le tipologie di vetture. Così come non è possibile dirottare su bus l’utenza delle metropolitane su ferro. Per questo, accertati i limiti del potenziamento di linee aggiuntive, che le Regioni comunque continueranno a perseguire d’intesa con le aziende di trasporto, non resta altra strada che la diversificazione degli orari, decongestionando le fasce di punta”.