Ricerca: Italia forte in chimica, debole in economia
La ricerca italiana ottiene ottimi voti in scienze chimiche e in scienze fisiche, mentre arranca in scienze sociali e politiche e ha il suo punto più debole nelle scienze economiche e statistiche.
E’ quanto emerge dalla valutazione della qualità della ricerca 2004-2010 presentata oggi a Roma dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur), alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza.
La graduatoria è stata stilata da 450 esperti, divisi in 14 gruppi, che hanno analizzato 95 università statali, private e telematiche, 12 enti di ricerca vigilati dal Ministero e 26 enti ‘volontari’. In tutto 133 strutture e 184.878 prodotti di ricerca tra articoli, monografie e saggi, atti di convegni, brevetti e altri materiali. La scala dei voti per i prodotti valutati va da zero, che equivale a un livello ‘limitato’, a uno, che rappresenta l’eccellenza.
Le università e gli enti di ricerca monitorati hanno ottenuto un voto pari a 0,79 per quanto riguarda l’area delle scienze chimiche che si classifica prima fra tutte, seguita dall’area delle scienze fisiche, che ha ottenuto un voto pari a 0,78. Terza classificata l’area dell’ingegneria industriale e dell’informazione che ha ottenuto 0,72. All’ultimo posto della classifica si trovano l’area delle scienze sociali e politiche (voto:0,45) e l’area delle Scienze economiche e statistiche (voto:0,32).
I risultati della ricerca sono consultabili sul sito dell’Anvur.
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