Ricerca e semestre europeo, la Moratti al contrattacco

Il ministro Moratti, ostacolata sul fronte interno dalle difficoltà nel far partire il progetto di riforma e nel gestire speditamente la complessa ed elefantiaca macchina amministrativa della scuola, sembra potersi prendere qualche rivincita nel campo della ricerca, specie in ambito europeo.
Il semestre europeo sta consegnando al ministro italiano dell’istruzione un’occasione unica proprio nel momento in cui l’allargamento agli altri Paesi evidenzia ancor di più il ruolo strategico della formazione e dell’istruzione per lo sviluppo.

Le prime mosse del ministro Moratti sembrano procedere nella direzione giusta, dato l’esito positivo della prima riunione del semestre di presidenza italiana dell’Ue, che ha visto 63 ministri a Roma per due giorni a discutere come rilanciare la competitività e la ricerca.
Per la Ricerca il carnet della Moratti è risultato fin dai primi di luglio pieno di impegni su temi di grande respiro: la competitività, la professione del ricercatore, le infrastrutture di ricerca e le donne nella scienza; temi accompagnati da una serie di eventi collaterali (almeno 11 quasi tutti organizzati sul territorio nazionale) fino a dicembre.
Proprio nel campo della ricerca, dopo una fase incerta che ha riguardato l’inizio del suo mandato, il ministro – come ha sottolineato in un’intervista a “La Stampa” – sta gradualmente invertendo la rotta. Il 2003 vede un aumento dei fondi per la ricerca di oltre 400 milioni di euro, che dovrebbero favorire l’inversione di tendenza in un settore in cui da molti anni l’Italia ha perso competitività. Ricerca, educazione permanente, alta formazione professionale, lotta alla dispersione scolastica: il ministro “europeo” è impegnato a 360 gradi.

Forse l’Europa potrà riservarle maggiori soddisfazioni di quelle raccolte ultimamente in Italia, dove la stessa maggioranza le ha posto più di un ostacolo per l’attuazione della “sua” riforma. Ma la tenacia, ormai è ben chiaro, non le manca.