Riaprono le scuole: i consigli agli insegnanti per prevenire i disturbi della voce

A darli in un post su Facebook è Adriano Papale, medico del lavoro e ricercatore Inail, che, negli anni scorsi, ha tenuto lezioni frontali rivolte alle maestre.

Spesso basterebbe semplicemente non urlare per sovrastare il rumore, e aspettare pazientemente che si riduca. Ma è più facile dirlo che farlo. “Sappiamo bene quanto la scuola sia talvolta un ambiente molto rumoroso, con bambini che urlano, maestre delle classi vicine che spiegano a tutto volume, traffico sotto le finestre, mense affollate e acustica della stanza non sempre adeguata”.

Lo sviluppo dei disturbi della voce – spiega Papale -, sta diventando un problema lavoro-correlato per le figure professionali che utilizzano la voce come strumento lavorativo e, tra queste ci sono gli insegnanti”.

Le lesioni più frequenti

I noduli cordali, spiega il ricercatore, rappresentano una delle lesioni benigne più frequenti e sono una tipica conseguenza del “surmenage” o “malmenage” vocale di tipo cronico. I principali sintomi sono: sensazione di secchezza, disfonia/afonia, necessità di schiarirsi la voce, faringodinia, più comunemente nota come “mal di gola”. La prognosi dei noduli delle corde vocali, diagnosticati in fase iniziale, è, nella maggior parte dei casi, favorevole con un recupero della piena funzionalità vocale.  La guarigione può essere ottenuta con interventi rieducativi e terapia medica; assolutamente eccezionale è il ricorso alla chirurgia.

La normativa

Nei paesi europei gli insegnanti, in particolar modo donne impiegate nelle scuole materne ed elementari, sono una delle categorie maggiormente interessate al problema dei noduli cordali con una percentuale variabile tra il 10% e l’80%. In Europa (eccezion fatta per la Polonia) e negli Stati Uniti i disturbi della voce non sono riconosciuti come patologie professionali.
Per quanto riguarda l’Italia, il Decreto Ministeriale 10/06/2014 elenca, nella Lista II, gruppo 2, i “noduli alle corde vocali” secondari a “sforzi prolungati delle corde vocali” tra le “Malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità”; pertanto ne è obbligatoria la denuncia.

Consigli pratici ed esercizi

Innanzitutto non fumare.
Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua ogni giorno e limitare il consumo di bevande a base di caffeina. 
Se dobbiamo affrontare un lungo discorso, evitiamo di bere un caffè prima di incominciare.
Mantenere un corretto tasso di umidità (almeno del 40%) nell’ambiente lavorativo e domestico 
Giriamo per l’aula mentre spieghiamo: ciò crea un miglior coinvolgimento della classe, permette una buona ricezione vocale e la possibilità di offrire uno sguardo ad ogni alunno.
Mantenere una postura corretta durante le lezioni: evitare di parlare in rotazione della testa o rivolti verso la lavagna.
Non alzare la voce per richiamare l’attenzione e aiutiamoci con i gesti. 
Ovviamente queste indicazioni sono valide per tutti i professionisti che utilizzano la voce come strumento lavorativo, come i commercianti, gli operatori dei call center, i cantanti ecc.

L’ultimo consiglio del ricercatore è un po’ stravagante, ma efficace e ci spiega perché: “Le maestre potrebbero provare a imitare la voce acuta, pungente e un po’ nasale della regina cattiva di Biancaneve, quando si trasforma in strega. Questo esercizio serve a rinforzare gli armonici alti dello spettro vocale, che sono facilmente udibili a distanza senza sforzo per le corde”.

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