Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Religione a scuola: dibattito aperto

Non penso “certo a cambiare norme o patti, tantomeno a fine legislatura”. Così Francesco Profumo, ministro della Pubblica Istruzione, cerca di spegnere le polemiche suscitate dalla sua riflessione di qualche giorno fa, relativa all’opportunità di ripensare in chiave pluralista il ruolo dell’insegnamento della religione, definendo “interpretazioni fantasiose” le notizie secondo cui una bozza del Miur in materia sarebbe stata inviata al Consiglio di Stato.

Ma ormai il dibattito è in pieno svolgimento. Per il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, quella di Profumo è stata “una dichiarazione coraggiosa che affronta con realismo un tema sul quale in Italia è sempre difficile confrontarsi“. A suo giudizio infatti  “un insegnamento laico sulle religioni costituirebbe un importante contributo all’educazione alla cittadinanza in una società in cui convivono culture e fedi diverse“.

Il senatore Gianvittore Vaccai della Lega afferma di avere “il massimo rispetto per le altre religioni, ma insegnarle nelle nostre scuole non è pensabile. E il ministro sbaglia e di grosso sull’ora di religione cattolica. Profumo cosa vuol fare un domani con l’aumento delle classi multietniche? Proporre l’obbligo del cinese e del rumeno ?”.

Di parere assai diverso è il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna a cui giudizio “suggerire di affrontare nuovamente i temi legati all’insegnamento della religione cattolica nella scuola non è una deriva laicista, ma una sollecitazione di assoluto buon senso”, dato che l’Italia è passata “da stagioni di intensa immigrazione a una situazione di multiculturalità sempre più stabilmente diffusa”: una situazione che “il sistema del Concordato non prevede” e che comporta problematiche “che vengono quotidianamente risolte dagli insegnanti che affrontano il processo formativo ed educativo dei loro studenti mirando all’integrazione, con equilibrio e rispetto”.

Francesco Belletti, presidente del Forum delle Famiglie, giudica invece “l’esternazione del ministro Profumo quanto meno sorprendente”. E aggiunge: ”Il ministro sembra aver dimenticato che non più di due mesi fa lui stesso, per il ministero, ha sottoscritto le nuove indicazioni nazionali sull’ora di religione, condivise con la Chiesa italiana, indicazioni che peraltro si fanno già carico proprio delle mutate condizioni sociali e culturali. Possibile che a pochi giorni di distanza il ministro rimetta in discussione quell’atto?

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