Reclutamento docenti, Pittoni (Lega): ‘Illustrato a Bianchi progetto che punta a valorizzare formazione in servizio’

«La nostra proposta per rispettare l’impegno con Bruxelles sul reclutamento dei docenti punta a valorizzare la formazione in servizio, attualmente mortificata o comunque non riconosciuta per la sua importanza, riformando un sistema che oggi privilegia la conoscenza (semplificando: la memoria) sulla competenza (l’esperienza)». Lo dichiara il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, che in audizione ha illustrato il progetto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

«La fase transitoria – spiega Pittoni – prevede un piano riservato ai precari di lungo corso, categoria per categoria, normandone il percorso formativo per l’abilitazione e l’eventuale specializzazione sul sostegno, con accesso finale al ruolo. Il concorso ordinario, con procedura semplificata per garantire cadenza regolare e ravvicinata nel tempo, presta particolare attenzione a conoscenze disciplinari e capacità comunicativa e relazionale. Nessuna prova preselettiva e nessun test a risposta chiusa (cioè niente selezione a “crocette”): del docente vanno valutate attitudine, capacità e maturità. Condizione per l’ammissione è il titolo di studio congiunto all’abilitazione all’insegnamento, che si consegue in un percorso formativo accademico strutturato e flessibile di 60 CFU. Il concorso prevede l’espletamento di una prova scritta a carattere disciplinare e di una prova orale consistente nella simulazione di un’unità didattica. In parallelo al sistema concorsuale ordinario, viene istituita una procedura d’assunzione in ruolo utilizzando le graduatorie dei supplenti. La formazione inizia con la stipula del primo contratto a tempo determinato e si conclude con i 36 mesi di servizio. Per i supplenti così nominati (che non saranno mai più precari “cronici”) la conclusione dell’attività formativa di servizio comporterà il diritto all’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento previa frequenza e superamento di un corso accademico, e il diritto di partecipare a una procedura concorsuale abbreviata consistente nell’espletamento di una prova orale (simulazione di una lezione) e – conclude Pittoni – nella valutazione dei titoli».

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