Rapporto Tuttoscuola sulla qualità. Il commento di Bottani

Riportiamo la parte iniziale di un ampio e articolato commento che Norberto Bottani, noto esperto di problemi educativi, ha dedicato al “1° Rapporto sulla qualità nella scuola” ( http://www.tuttoscuola.com ), presentato da “Tuttoscuola” nello mese di giugno 2007.
Bottani conosce bene la scuola italiana, della quale si è occupato in più occasioni. Nel 1998 ha collaborato alla stesura del Rapporto che l’OCSE ha dedicato alla politica scolastica realizzata in Italia dal ministro pro tempore Luigi Berlinguer , e nel 2001 ha fatto parte del gruppo di lavoro, nominato dal nuovo ministro Letizia Moratti e coordinato da Giuseppe Bertagna, incaricato di formulare proposte per la riforma della scuola in vista dei cosiddetti “Stati generali” (dicembre 2001).
Il testo completo dell’articolo di Bottani può essere letto nel sito www.oxydiane.net.
Eccone l’apertura.
Una miniera di dati sulla scuola, una fotografia (impietosa) dello stato della scuola in Italia, un’iniziativa coraggiosa, unica finora nel contesto scolastico italiano. In questa sede ci limitiamo a discutere gli aspetti metodologici di questa operazione, senza entrare nel merito delle classifiche, talora sorprendenti. Anche a livello internazionale c’erano, fino a pochi anni fa, Stati che rifiutavano orgogliosamente di compararsi ad altri e di misurare la qualità delle proprie scuole. Ritenevano il loro sistema scolastico fosse il migliore al mondo e per giunta incomparabile agli altri. Poi sono giunti gli indicatori internazionali dell’istruzione dei paesi dell’OCSE a smentire queste illusioni. Il colpo mortale alla superbia pedagogica è stato inflitto, dieci anni dopo la pubblicazione del primo insieme di indicatori internazionali dell’istruzione (tradotto in italiano dall’ Editore Armando Armando, Roma, con il titolo “Uno sguardo sull’educazione”), dagli indicatori di risultato estrapolati dai dati dei test PISA e dalle risposte ai questionari PISA per gli alunni e per i dirigenti scolastici. Tuttoscuola ha tentato di fare un’operazione analoga dentro il sistema d’istruzione italiano. Se dovessimo riassumere in una frase l’impressione prodotta da questo meritevole ed immane lavoro diremmo che si ha qui la conferma del fallimento dell’impianto centralistico ed unitario del sistema d’istruzione italiano“.