Quell’antipatico del dirigente scolastico da contenere e bloccare

A volte ritornano. C’era una volta (pochi mesi fa) la campagna di fine primavera di critica al dirigente scolastico in formato Buona Scuola, una campagna condotta all’insegna degli slogan contro (sceriffo, sindaco, podestà, ecc.).

Durante l’estate quella campagna sembrava essere andata in archivio per cedere il posto all’altra campagna ‘contro’, incentrata sulle assunzioni dei precari e sostenuta con nuovi slogan (emigrazione coatta, deportazione, ecc.), ma ora, sostanzialmente uguale nei contenuti, anche se in forma forse un po’ mascherata, quella campagna antidirigente sta ritornando: i docenti vengono invitati a difendere le loro prerogative istituzionali e la libertà d’insegnamento contro quello che sarebbe un eccesso di potere riconosciuto dalla legge 107/15 ai capi d’istituto.

Ora la campagna d’autunno passa, dunque, dalle parole ai fatti per cercare di contrastare l’attuazione della Buona Scuola mediante il contenimento delle prerogative riconosciute al dirigente scolastico.

Mentre l’Amministrazione scolastica è in ben altre faccende affaccendata (piano di assunzioni), in difesa dell’applicazione della legge e contro la presa di posizione sindacale, sono scesi in campo altri soggetti. Per il momento siamo ancora alla ‘guerra’ delle parole e dei comunicati.

Una ‘guerra’ senza esclusione di colpi che, ad oggi, ha visto da una parte i sindacati rappresentativi che hanno aperto le ostilità con il documento unitario del 28 agosto scorso e, dall’altra, i sindacati e le associazioni dei dirigenti scolastici con prese di posizione contro.

Si confrontano i legalisti (sindacati dei dirigenti) e gli autonomisti (sindacati della scuola).

Tra repliche e controrepliche siamo arrivati al quarto round e non è dato sapere se e quando questo conflitto verbale avrà termine.

Tutto questo contribuisce a scavare un solco tra dirigenti e docenti, tra legge e sua applicazione con la scuola che viene a trovarsi in mezzo a questo campo di battaglia, virtuale ma non troppo.