
La manovra finanziaria (testo ufficioso) prevede che l’organico di sostegno sia assegnato a ciascuna istituzione scolastica “in ragione della media di un docente ogni due alunni disabili”. Se questa disposizione venisse applicata alla lettera con riferimento a ciascuna istituzione scolastica o anche a ciascuna provincia, sarebbe una rivoluzione del settore. Perché?
A livello nazionale in effetti il rapporto docenti di sostegno/alunni disabili è di 1 a 2, ma l’Italia è molto varia, soprattutto nel settore della disabilità, come ha dimostrato il dossier di Tuttoscuola sul tema alcuni mesi fa.
Nonostante sia stato previsto dalla legge finanziaria 2008 che il rapporto 1 a 2 debba essere gradualmente raggiunto in tutta Italia, la situazione è ben lontana dal realizzare questa perequazione.
Dai dati ufficiali del Miur del 2010, quando i disabili inseriti erano 181.177 e i docenti di sostegno 90.469, risultava, ad esempio, che in Abruzzo il rapporto era ancora di 1 a 2,50, mentre in Basilicata era di 1 a 1,62. Escludendo proprio l’Abruzzo, tutte le altre regioni meridionali e insulari erano sotto il rapporto di 1 a 2. Al Centro il rapporto era di 2,23, nel Nord Ovest di 2,21, nel Nord Est di 2,09, nel Sud di 1,79, nelle Isole di 1,76.
Se si volesse rispettare davvero quel rapporto generalizzato di 1 a 2 di cui parla la manovra, mantenendo invariato ovviamente l’organico di sostegno, bisognerebbe spostare quantità notevoli di posti di sostegno da un territorio all’altro.
Il Nord Ovest avrebbe diritto ad una compensazione di oltre 2mila posti di sostegno e il Centro di poco meno di 2mila. Per contro il Sud dovrebbe restituire più di 2.700 posti e le Isole più di 1.700.
Il Nord Est avrebbe un credito di compensazione di 563 posti di sostegno. È possibile?
Il rapporto generalizzato di uno a due forse dovrà attendere…
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