Quel popolo di bulli nelle nostre scuole

Il bullismo esiste per 486 ragazzi e ragazze su 690. A 415 studenti (60,1%) è accaduto di assistere a prepotenze, a 140 (20,3%) di subirne e a 123 (17,8%) di metterne in atto.

I prodotti provengono da un’inchiesta Adr. Si va dallo «bruciare sigarette in faccia agli altri» a «mettere il chewing-gum nei capelli di una compagna», all’infilare insetti nella cartella e libri nel wc dei professori, da insultare il diverso, il down a offendere i familiari, diffamare.

I dati – che arrivano da scuole «tranquille» dal punto di vista dell’immagine – colpiscono. Se il 79,4% afferma di non aver subito prepotenze nell’ultimo mese, il 10,4% (72 persone) ammette di averne subita una, il 4,4% (31) due, lo 0,5% (4) tre, lo 0,7 (5) quattro. E il 4,3 (30) cinque e anche più. Una vita da non augurare a nessuno. 

Il bullo per l’8,5% (59 persone) è un compagno di classe, nel 3,6% (25) più compagni, nell’1% (7) quasi tutta la classe. Nel 10% circa dei casi la prepotenza viene da una o più persone esterne alla classe. Il 64,2% dei ragazzi dichiara che il bullismo è un comportamento di gruppo che avviene «in classe» (362, 52,5%), poi «nei corridoi» (236, 34,2%), in «spogliatoio/palestra» (142, 20,6%), nel «cortile della ricreazione» (119, 17,2%), «nei bagni» (79, 11,4%), «fuori della scuola, vicino all’entrata» (185, 26,8%), «lungo il tragitto» (138, 20,0%).