Quel discorso del papa sugli educatori malpagati
Papa Francesco non finisce di stupire. E non solo su delicate questioni spirituali e religiose, come ha dimostrato l’ultimo discorso pronunciato sabato nel corso dell’udienza con i partecipanti al congresso mondiale organizzato dalla Congregazione per la scuola cattolica.
Ha parlato degli educatori malpagati. Molti hanno visto nelle sue parole una chiara critica al Governo italiano e alle condizioni retributive degli insegnanti italiani da anni in attesa del rinnovo del contratto di lavoro. Altri commentatori, invece, hanno ritenuto che il riferimento del Pontefice avesse un carattere più ampio, trattandosi di discorso pronunciato per un congresso mondiale.
In effetti la denuncia di papa Francesco aveva un respiro universale, come si evince dal testo ufficiale riportato dal sito della Santa sede, che riportiamo.
“Fr. Juan Antonio Ojeda, docente all’Università di Malaga, si rivolge al papa (in spagnolo)
Santo Padre, nei Suoi discorsi, Lei fa riferimento alla rottura dei vincoli tra la scuola, la famiglia e le altre istituzioni della società. Peraltro Lei, Santità, ci invita spesso a promuovere e a vivere personalmente una cultura dell’incontro. Cosa significa questo per tutti i soggetti impegnati nella promozione dell’educazione?”
E questa è la risposta di Papa Francesco:
“È vero che non solo i vincoli educativi si sono rotti, ma l’educazione è diventata anche troppo selettiva ed elitaria. Sembra che abbiano diritto all’educazione soltanto i popoli o le persone che hanno un certo livello o una certa capacità; ma certamente non hanno diritto all’educazione tutti i bambini, tutti i giovani. Questa è una realtà mondiale che ci fa vergognare. E’ una realtà che ci porta verso una selettività umana, e che invece di avvicinare i popoli, li allontana; allontana anche i ricchi dai poveri; allontana una cultura dall’altra… Ma questo accade anche nel piccolo: il patto educativo tra la famiglia e la scuola, è rotto! Si deve ri-cominciare. Anche il patto educativo tra la famiglia e lo Stato: è rotto. A meno che ci sia uno Stato ideologico che vuole approfittare dell’educazione per portare avanti la propria ideologia: come quelle dittature che noi abbiamo visto nel secolo scorso. E’ brutto. Fra i lavoratori più malpagati ci sono gli educatori: cosa vuol dire, questo? Questo vuol dire che lo Stato non ha interesse, semplicemente. Se l’avesse, le cose non andrebbero così. Il patto educativo è rotto. E qui viene il nostro lavoro, di cercare strade nuove”.
Papa dixit.
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