Quel concorso in ritardo che genera la precarietà delle reggenze
Diventa sempre più improbabile che al 1° settembre prossimo arrivino i nuovi dirigenti scolastici vincitori del concorso, il cui bando era atteso entro il dicembre scorso.
Il 17 gennaio scorso in uno dei suoi primi interventi come neo-sottosegretario all’istruzione Vito De Filippo, in risposta ad una interrogazione alla Camera, ha dichiarato: “Il regolamento sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale dopo la comunicazione, che avverrà a brevissimo, alla presidenza del Consiglio dei ministri e il visto della Corte dei conti. Terminato questo iter, si procederà a chiedere al ministro della Funzione pubblica e al Mef l’autorizzazione a bandire il corso-concorso”.
Il concorso dovrebbe servire a coprire nell’immediato circa 900 posti che, a pensionamenti avvenuti, potrebbero risultare vacanti al 1° settembre 2017.
Considerato il ritardo di avvio del concorso a causa del bando non ancora pubblicato, l’eventuale prova preselettiva difficilmente potrà essere effettuata entro il prossimo marzo.
Poi ci sarà la prova scritta, la sua correzione, l’orale, la valutazione dei titoli per arrivare finalmente alla graduatoria di merito finale.
Una sfida contro il tempo che rischia concretamente di essere persa.
Il prossimo anno scolastico potrebbe avviarsi quindi con circa 1.250 reggenze, perché oltre alle 900 istituzioni scolastiche vacanti per il concorso tardivo ce ne sono altre 334 sottodimensionate che per legge non hanno il titolare e sono affidate in reggenza a un dirigente scolastico di un’altra istituzione.
Avremmo in questo modo 2.500 istituzioni scolastiche con il dirigente a mezzo servizio perché impegnato sia nella sede di titolarità che in quella di reggenza. Costituiscono il 30% delle 8.281 istituzioni scolastiche funzionanti.
Con quasi un terzo delle istituzioni scolastiche che avranno il capo d‘istituto dimezzato, come si può pensare che il sistema scolastico riesca a funzionare in modo efficiente, conseguendo l’efficacia massima dei risultati attesi?
A guadagnarci sono soltanto le casse dello Stato che, anziché spendere circa 60 mila euro per un nuovo dirigente scolastico vincitore del concorso, ne spenderà soltanto meno di 7 mila per l’indennità del dirigente reggente: in totale 48 milioni risparmiati!
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