Quei laureati e diplomati che le aziende non trovano

Che ci sia uno scarto tra la domanda delle imprese e l’offerta annuale di nuovi laureati e diplomati non è una novità: da tempo si sa che certe imprese, soprattutto ma non solo del Nord, non trovano il personale tecnico di cui hanno bisogno, e a volte lo importano dall’estero (quando non decidono di trasferire all’estero l’intera impresa, anche per mancanza di personale qualificato). E’ il fenomeno noto come “mismatch”, il mancato incontro di domanda e offerta.

Quello che colpisce è che il fenomeno si sia verificato, e in misura rilevante, anche nel 2009, cioè in un anno di grave crisi economica, in cui la domanda di lavoro da parte delle imprese si è notevolmente ridotta, quando non ha assunto il segno negativo dei licenziamenti. Eppure i dati presentati la scorsa settimana da Unioncamere in occasione della diciannovesima edizione di “Job&Orienta”, la tradizionale rassegna veronese dedicata all’orientamento al lavoro, non lasciano dubbi: alle aziende servivano 212.000 nuovi diplomati tecnici, ma ne hanno trovati solo 158.000, 54.000 posti sono rimasti scoperti o sono stati assegnati a non diplomati (a volte laureati).

Sul fronte delle lauree, domanda e offerta si equilibrano (158.000 contro 153.000), ma le lauree richieste dalle aziende non corrispondono a quelle dei neolaureati chi si presentano sul mercato del lavoro. Il 35% dei posti offerti è per laureati in economia e statistica, contro il 23% di laureati in queste discipline. Lo stesso avviene per le lauree scientifiche ed ingegneristiche (46,7%  contro 39).

In compenso ci sono lauree e laureati (in scienze della comunicazione, psicologia, sociologia) poco richiesti, con notevoli difficoltà di inserimento.

In questi ultimi anni le iscrizioni alle facoltà più richieste dal mercato sono un po’ aumentate, e gli istituti tecnici hanno invertito il trend negativo. Tra qualche anno il mismatch potrebbe essere corretto, ma c’è ancora molto da lavorare in questa direzione.