Quattro diplomati su dieci sono pentiti della scelta fatta

In prossimità delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, ritorna il problema dell’orientamento per la scelta della scuola secondaria superiore da parte dei ragazzi di terza media.

Liceo? Tecnico? Professionale? I genitori non sono vincolati alle indicazioni dei professori e spesso le scelte sbagliate o “di moda” le pagano i ragazzi con difficoltà nel percorso scolastico o con una conclusione finale non gradita e non all’altezza in termini di apprendimenti e competenze.

Fino ad alcuni anni fa era forte la richiesta, contestata da molti, di rimandare la scelta dopo la scuola media. Era la strada del cosiddetto biennio unitario, dopo il quale i ragazzi, ormai quindicenni, avrebbero potuto scegliere.

Una ricerca di Almalaurea, condotta intervistando migliaia di diplomati di tutta Italia, riapre ora in qualche misura la questione. L’indagine ha messo a nudo infatti il pentimento per avere scelto, a suo tempo, un tipo di scuola sbagliato.

Almalaurea, un consorzio di oltre quaranta atenei, ha intervistato oltre 27 mila diplomati 2009 in 245 istituti superiori: più del 40% degli intervistati si è dichiarato pentito della scelta fatta, dichiarando anche che se potesse tornerebbe indietro e cambierebbe corso di studi o scuola.

Tra coloro che cambierebbero la scelta di scuola o il tipo di studi, prevalgono i liceali.

I dati di iscrizione e di dispersione degli studenti dei licei, in particolare degli scientifici, dimostrano come, mentre da una parte nell’ultimo decennio si è assistito ad un costante aumento di iscritti, dall’altra è andata aumentando la dispersione, cioè il numero di studenti che hanno abbandonato anzitempo o hanno subito ripetenze. Dal primo all’ultimo anno nei licei scientifici si perdeva fino al 2004 circa il 18% di studenti; negli ultimi due anni se ne sono persi il 21%.