Quantificazione del lavoro dei prof, i lettori ne discutono…

Con riferimento ai nostri due articoli I prof lavorano 40 ore alla settimana? e Tra i professori stessa retribuzione e differenti carichi lavoro, apparsi dapprima sulla newsletter TuttoscuolaFOCUS e poi sul portale, che citano entrambi una lettera al Corriere della Sera di sabato scorso, abbiamo ricevuto due email di lettrici, Luisa Giordani e Laura Dal Piaz.

La prima riflette sul senso che ha quantificare brutalmente l’orario degli insegnanti senza tenere conto dei contenuti. La seconda contesta l’esempio dell’insegnamento di scienze motorie, per l’assenza dell’attività di correzione dei compiti. Pubblichiamo volentieri entrambe le email, ricordando che sul tema stanno dicendo la loro tantissimi altri lettori sul nostro canale Facebook e attraverso la piattaforma Disqus, sotto agli articoli citati,.

Invitiamo i lettori che vogliono commentare o inviare nuovi spunti di discussione, a scriverci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Gentile direttore,

a proposito della diatriba sulla quantificazione del lavoro in termini di orario di servizio effettivamente reso , vorrei fare una riflessione su come il dibattito stia svilendo sempre di più la categoria. Apprezzabile il lavoro delle colleghe milanesi pubblicato sul Corriere della sera ( quantomeno per il tempo dedicato a compilarlo), ma fatemi dire che ci si è ridotti ad un computo  che facilmente attaccabile da vari punti di vista A questo aggiungo anche l’articolo di chi ha scritto delle uguali retribuzioni tra  docenti di lettere ed educazione fisica ( questi ultimi credo presi ad esempio ma sostituibili a qualunque altra disciplina che , sulla pagella riporta un voto unico).

Il docente che ha chiara la propria funzione ed il proprio profilo professionale, il docente che lavora e si impegna responsabilmente per il successo formativo di ogni studente, partecipa alla progettazione didattica e utilizza tutti i vari strumenti  della valutazione  non è gerarchicamente inserito in una scala di primi e di ultimi, di più impegnati o meno impegnati a causa o per merito della disciplina insegnata. Lavorare seriamente e responsabilmente implica che, qualsiasi materia si insegni, si stimolino la motivazione e l’interesse ad apprendere dello studente..

Esiste una grandissima maggioranza di docenti che vogliono fare bene il proprio lavoro, ci credono e continuano a volerlo fare, nonostante siano sempre più frustrati o arrabbiati.

Sono gli stessi che aspirano a salire qualche gradino nella scala sociale, anziché essere sempre  considerati capri espiatori se non addirittura gran “fannulloni” del bel paese.

Cordialmente

Luisa Giordani

docente scuola secondaria II grado

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Gentile Redazione,

spiace che per fare un esempio di (inutile!)sperequazione di carico di lavoro nella Scuola sia stato indicato l’insegnamento delle Scienze Motorie come, evidentemente, carico lavorativo più basso nella scuola secondaria di primo grado, confrontandolo con il lavoro dell’Insegnante di Lettere.

Come Voi saprete, l’Insegnante di lettere ha 2 classi al massimo mentre l’Insegnante di S.M.S. ha 9 classi (quest’anno io 10). Ciò non esonera l’Insegnante di Scienze Motorie dal preparare le lezioni (anche solo preparare la palestra e gli attrezzi da utilizzare, vista l’assenza di personale ATA) le tabelle per le valutazioni, le tabulazioni e quant’altro serva.

Non so se sia utile poi ricordarVi che ad un maggior numero di alunni e classi corrisponde un maggior carico di impegni collegiali e di contatti con i Genitori (come per i docenti di altre discipline che hanno grossi “numeri” da gestire professionalmente), oltre al carico di responsabilità nello svolgimento delle attività proprie della disciplina.

Gli Insegnanti di Scienze Motorie sono poi molto attivi ed impegnati nell’organizzazione di manifestazioni e gare, che comportano un grosso lavoro e molte ore di “accompagnamento”, non retribuite, naturalmente! Sono anche un po’ stufa del discorso legato alla “missione”: siamo professionisti, appassionati, ma professionisti! E già che sono a togliermi sassolini dalle…scarpette: se c’è chi non fa il suo lavoro con impegno e professionalità, non lo portate ad esempio di scarso carico lavorativo: fatelo lavorare!!!!

Io lavoro ben oltre le mie 18 ore e sinceramente avrei prestazioni professionali molto più scarse se dovessi “gestire” molti più ragazzi e classi.

Se proprio vogliamo parlare di sperequazione io vedo come i più penalizzati nella scuola (oltre gli insegnanti della primaria cui dovrebbe essere ridotto il carico di lavoro o aumentate le ore di co-presenza!!) gli insegnanti di lingue straniere (già quelle che avremmo dovuto potenziare!!).

Ma io vorrei anche ricordare che, come per altri lavori, la concentrazione e l’impegno emotivo richiesti da questo tipo di lavoro (l’insegnamento) non possono essere compatibili con carichi orari eccessivi né con serie attività di aggiornamento e studio in continuità con l’orario di servizio.. Ecco perché i tempi di pausa sono così necessari.

Cordiali saluti

Prof.ssa  Laura Dal Piaz – Arezzo

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I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.