Quando l’amore soffoca: i ‘genitori elicottero’ e il rischio di ansia e depressione negli adolescenti

di Caterina Fiorilli*

Un’indagine dell’Università LUMSA su 300 studenti romani accende i riflettori su un fattore spesso trascurato: l’“interferenza” genitoriale, ossia quando madri e padri si sostituiscono ai figli in ogni decisione, dalla scuola alla futura carriera.

Il fenomeno in cifre

Uno dei dati più allarmanti è che quasi quattro studenti su dieci con sintomi depressivi dichiarano di subire un’eccessiva interferenza da parte dei genitori con percentuali più alte tra i maschi nel percepire l’interferenza. Alla domanda “La mia famiglia interferisce troppo con la mia scelta scolastica e professionale”, il 30% dei ragazzi risponde sì, rispetto al 19% delle ragazze. Il 29% dei maschi dichiara che la famiglia cerca di imporre la propria idea sulla formazione futura, contro il 15% delle femmine. Inoltre, il 24% dei ragazzi afferma che la famiglia tenta di dissuaderli da un percorso sgradito ai genitori, mentre il dato scende al 16% per le ragazze. Infine, il 27% dei maschi sostiene che la propria famiglia spinge loro verso certe scelte, a scapito di altre, contro il 15% delle femmine.

Quando “aiutare” diventa soffocare

Spinti dal desiderio di proteggere i propri figli dagli errori e dalle delusioni, i cosiddetti “genitori elicottero” finiscono spesso per sostituirsi a loro in molte decisioni. In particolare, interferiscono nelle scelte scolastiche e professionali, scegliendo percorsi ritenuti più sicuri o prestigiosi e privando i ragazzi di un sano margine di autonomia. Questo atteggiamento di iper-controllo può derivare da un’ansia genitoriale di origine affettiva (il timore di veder fallire i figli) o sociale (la paura del giudizio esterno). Tuttavia, quando ogni decisione viene “filtrata” o imposta dagli adulti, l’aiuto rischia di trasformarsi in soffocamento, generando nei giovani un senso di inadeguatezza e di incapacità di autodeterminarsi.

Le conseguenze psicologiche

Quando la pressione familiare diventa eccessiva, gli adolescenti possono sviluppare ansia scolastica, caratterizzata da sintomi quali tensione, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno. Non sentendosi liberi di scegliere o di sbagliare, i ragazzi faticano a sviluppare autoefficacia e fiducia in sé stessi, ingredienti fondamentali per una crescita equilibrata.

La letteratura psicologica evidenzia poi come l’eccesso di controllo genitoriale possa sfociare in un circolo vizioso: l’ansia e l’insicurezza accumulate aumentano il rischio di sintomi depressivi e, con essi, il pericolo di sviluppare burnout scolastico. Anche su questo fenomeno la letteratura è ricca di dati preoccupanti: il burnout scolastico aumenta il rischio di dropout e di disimpegno delle giovani generazioni.

Verso un’educazione che valorizzi l’autonomia e la scelta consapevole

Cosa fare, allora? L’autonomia non può maturare in un regime di controllo costante. Piuttosto che imporre percorsi formativi e professionali, è cruciale guidare i figli, offrendo sostegno e ascolto, senza sostituirsi alle loro scelte. Come mostrano i dati raccolti dalla nostra ricerca – dove il 25% degli studenti con sintomi depressivi dichiara di subire un’eccessiva interferenza genitoriale – il confine tra il “vorrei aiutare” e il “sto soffocando” è molto sottile.

Altrettanto importante è tenere a mente questo dato: il 34% degli intervistati è d’accordo con l’affermazione “La mia famiglia non può aiutarmi nella scelta di una formazione, perché ne sa troppo poco delle formazioni e professioni esistenti e accessibili”. Ciò chiama in causa il ruolo decisivo della scuola nel promuovere un orientamento efficace e personalizzato, in linea con le recenti riforme che mirano a rafforzare le figure professionali dedicate all’accompagnamento e all’attivazione di percorsi curriculari a supporto degli studenti e delle studentesse nelle scelte future.

Un orientamento efficace, come sottolineato anche dalle linee guida del MIM (2022), richiede una cooperazione costante tra famiglia e scuola, affinché i ragazzi possano riconoscere e sviluppare appieno le proprie inclinazioni. Solo un’alleanza educativa basata sull’ascolto, sul rispetto dell’autonomia e su una corretta informazione potrà davvero scongiurare i rischi di ansia e insicurezza evidenziati nel nostro studio (Università LUMSA, 2023). Un migliore dialogo fra genitori, insegnanti e servizi di orientamento può aiutare a integrare le competenze e le aspettative di tutti, riducendo al contempo l’iper-controllo e favorendo la maturazione di giovani in grado di scegliere con consapevolezza.

* Docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, LUMSA

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