Quando la scuola è ostaggio di qualcuno

C’è quasi sempre qualche episodio strano o anomalo in occasione degli scioperi nella scuola.

Venerdì scorso c’è stata l’astensione dal lavoro proclamato dai sindacati non rappresentativi con la partecipazione degli studenti che, stando alle cronache, hanno avuto un ruolo non secondario nelle manifestazioni, come è successo a Napoli.

Proprio gli studenti di un liceo fiorentino sono stati protagonisti di un fatto, a dir poco, sconcertante. Secondo quanto riferito da agenzie di stampa, venerdì mattina la preside e il personale amministrativo dell’istituto occupato dai ragazzi sono stati lasciati fuori dall’istituto.

Mi era stato detto che sarei potuta entrare insieme ai custodi e al personale amministrativo, ma non è stato così”, ha raccontato la dirigente. “I ragazzi hanno detto che non c’era il loro responsabile e che in sua assenza non potevano prendere decisioni”. Quanto all’ipotesi di inviare una formale richiesta di sgombero alla questura, la preside ha spiegato che “il momento non è opportuno”.

Altro che preside sceriffo!

Ben altro atteggiamento quello tenuto da una preside di Roma, da quest’anno in reggenza in un grande istituto comprensivo della capitale.

Dopo aver scoperto che, come avviene ormai da anni in occasione di scioperi, la collaboratrice scolastica incaricata dell’apertura mattutina della scuola, si tiene le chiavi in tasca e se ne va, lasciando tutti gli alunni e gli insegnanti fuori dalla scuola costringendoli quindi a tornarsene a casa, con un ordine di servizio la dirigente ha incaricato l’insegnante coordinatore di aprire la scuola.

È stato così scongiurato un effetto ultrattivo dello sciopero della bidella e le lezioni si sono potute svolgere regolarmente. Quanti casi simili ci sono in Italia?