Quando gli adulti plaudono alle occupazioni studentesche

Nell’edizione romana del Messaggero di ieri, a proposito di occupazioni studentesche nelle scuole superiori, alcuni dirigenti scolastici, nel constatare il (presunto) declino di quella che in passato era stata la forma più radicale di protesta degli studenti, ponevano tra le cause di questo autunno tiepido (per il momento) delle manifestazioni studentesche “la fine dell’onda lunga dell’influenza di quei genitori ex-sessantottini che a volte spingevano i figli a provare questa esperienza perché l’avevano fatta anche loro”.

Genitori, cattivi maestri, dunque, che presentavano l’occupazione come un valore civile e formativo?

Lasciamo ai dirigenti scolastici romani la responsabilità del loro giudizio verso gli adulti estimatori dell’occupazione, ma non crediamo proprio che quella generazione sia scomparsa.

La prova viene da Trieste, dove per una settimana intera gli studenti hanno occupato tutti gli istituti cittadini, per protesta contro la riforma Gelmini, strappando la solidarietà di molti docenti e di vari esponenti politici.

Tra questi ultimi vi sono anche i due candidati a sindaco del centro sinistra. Uno (Roberto Cosolini) ha dichiarato “Il fatto che i giovani delle scuole esprimano ancora una volta con la loro protesta una domanda di futuro è proprio una bella cosa, un segno di intelligenza collettiva, una ventata che scuote l’aria stantia e immobile che attanaglia la nostra comunità in crisi”, mentre l’altro (Marino Andolina) aggiungeva: “Io sono personalmente dell’idea che le periodiche manifestazioni degli studenti, incluse le occupazioni, siano parte del cammino didattico che la Scuola deve offrire ai giovani”.

E ancora: “dobbiamo essere all’altezza dei nostri giovani che reagendo nonostante tutto si dimostrano i più generosi e i più responsabili” e “l’imparare a manifestare (senza violenze, senza danneggiamenti) è un esercizio di democrazia migliore e partecipata”.

In vista di una elezione, chi mai vorrà dissentire dalle ragioni di quei giovani elettori?