Prove Invalsi 2018, Ricci: ‘La disponibilità dei risultati di una prova uguale per tutti motiva gli studenti’

Mancano poco più di due settimane alla prova del fuoco della nuova formula delle prove Invalsi 2018 per la rilevazioni dei livelli di apprendimento in italiano, matematica e inglese degli alunni delle terze classi di scuola secondaria di I grado (statale e paritaria). Non più invii di enormi plichi con complicato smistamento alle scuole, non più elaborazioni su supporto cartaceo, non più correzioni e tabulazioni da parte dei docenti delle scuole: le prove si svolgeranno per la prima volta al computer, in modalità CBT (computer based test), con semplificazione dei tempi, dei costi, delle procedure e della rilevazione degli esiti.

Si tratta di una rivoluzione vera e propria che, almeno in prima applicazione, metterà alla prova non solo l’Invalsi, ma anche e soprattutto le istituzioni scolastiche interessate.

Proprio l’aspetto organizzativo, per il quale vari siti si attardano a evidenziare possibili difficoltà a causa della ridotta disponibilità di computer, sembra oggi prevalere sul merito dell’intera operazione che rischia, quindi, di essere non adeguatamente considerata e valorizzata agli occhi degli alunni, degli insegnanti e delle famiglie.

Con l’intento di rimettere al centro dell’attenzione le finalità e i contenuti dell’intera operazione, il responsabile Invalsi dell’Area delle prove Nazionali, il dott. Roberto Ricci, ha pubblicato una breve nota per evidenziare la portata innovativa e positiva delle prove Invalsi CBT.

È importante per lo studente – osserva Riccivedere il proprio esito delle prove Invalsi espresso su una scala nazionale. Essa consente di capire in modo semplice ed esplicito qual è il livello di competenza raggiunto rispetto a traguardi comuni a tutti gli studenti del Paese, senza però che questo incida sul voto d’esame che, invece, tiene conto di un complesso insieme di valutazioni formative e sommative dei docenti”. 

Inoltre – continua il dirigente dell’Invalsi – la disponibilità dei risultati di una prova uguale per tutti i cui dati sono raccolti automaticamente e corretta con un unico sistema su tutto il territorio nazionale può avere un rilevante effetto positivo sulla motivazione degli studenti, fornendo loro un risultato che li informa sul livello di preparazione raggiunto su una scala unica per tutto il Paese.

Inoltre è importante per gli insegnanti e per la scuola disporre dei risultati dei loro allievi su una scala unica per ciascun ambito disciplinare, legata direttamente ed esplicitamente ai traguardi delle Indicazioni nazionali.

Vi è infine la grossa novità della rilevazione dell’inglese, articolata in una sezione rivolta alla comprensione della lettura e una alla comprensione dell’ascolto. La prova Invalsi 2018 d’Inglese è una prova bilivello: A1 e A2. In questo modo è possibile restituire gli esiti degli allievi nella certificazione delle competenze anche per coloro che non raggiungono il livello A2.

È del tutto evidente – osserva Ricci – che questa scelta è stata effettuata per consentire alle scuole, ma anche alle famiglie, di disporre di informazioni utili per l’innalzamento complessivo delle competenze linguistiche degli studenti, individuando con maggiore chiarezza le aree di intervento prossimale sulle quali è più utile intervenire e che possono garantire una maggiore possibilità di successo”.