Progetto SKA. La candidatura dell’Italia

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il sottosegretario agli Esteri Mario Giro e il presidente dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) Giovanni Bignami hanno incontrato questa mattina, nella sede del Miur, in Viale Trastevere a Roma, la commissione internazionale che valuterà le proposte finaliste per la sede del quartier generale del progetto SKA (Square Kilometer Array) che vede undici Paesi impegnati nella realizzazione del più grande radiotelescopio mai costruito al mondo.

L’Italia è in prima fila nel progetto (circa 60 i milioni di euro stanziati), è fra i fondatori della SKA Organization e ha candidato Padova per ospitare la sede del progetto. La Gran Bretagna è l’altro contendente. Il Paese che sarà sede del quartier generale avrà il coordinamento politico e tecnico dell’operazione.

Il Ministro Giannini ha confermato, insieme al sottosegretario Giro, l’impegno economico dell’Italia a supporto del progetto. A sostegno della candidatura, ha ricordato la tradizione del nostro paese nel campo dell’astronomia, l’importante rete di centri, enti di ricerca e prestigiose università che operano sul nostro territorio, le numerose presenze dell’Italia in iniziative di ricerca internazionali, la qualità dei distretti tecnologici nazionali. Il Ministro ha anche ricordato che, a fine mese, l’Italia approverà il proprio Piano nazionale della ricerca che stabilirà le priorità e le strategie del Paese per i prossimi sette anni.

Il board dei rappresentanti degli undici Paesi partecipanti a SKA, che dovrà decidere sulla nuova sede, si riunirà il 3, 4 e 5 marzo prossimi. Lo Square Kilometer Array sarà un network caratterizzato da un 1 chilometro quadrato di area di raccolta, un grande campo di vista, un’estensione di alcune migliaia di chilometri, e tecnologie innovative per ricevitori, trasporto ed elaborazione del segnale e calcolo. SKA conterà migliaia di grandi antenne e milioni di ricevitori radio, distribuiti tra le regioni desertiche dell’Africa e del Western Australia, che ne faranno una straordinaria arma per studiare l’evoluzione dell’Universo, la gravità e la materia oscura e gli enigmatici e vasti campi magnetici. SKA lavorerà su un grande intervallo di frequenze con un miglioramento di 50 volte in sensibilità e di oltre 100 volte in velocità di osservazione del cielo, rispetto agli strumenti attuali.