Profumo scarica il progetto Aprea

Tra le motivazioni presentate per lo sciopero revocato del 24 novembre non c’era la richiesta del ritiro del cosiddetto progetto Aprea di riforma degli organi collegiali. La richiesta, però, era contenuta in alcuni documenti dei sindacati di base e nelle rivendicazioni dei movimenti studenteschi di sinistra.

Attualmente la maggioranza che sostiene il Governo difende il ddl Aprea che alla Camera è stato radicalmente modificato rispetto al testo originario, tanto che del parlamentare proponente, l’ex-deputata Valentina Aprea (ora assessore regionale in Lombardia), porta ora poco più del nome o quasi.

La responsabile scuola del PD, Francesca Puglisi, ha difeso il progetto, dichiarando che “nel ddl 953 non esiste più alcuna norma sul reclutamento e sulla chiamata diretta degli insegnanti, così come dal testo è sparita anche la possibilità di trasformare le scuole in Fondazioni”.

La legge – ha continuato la Puglisi – passerà al Senato e lì noi chiederemo di fare sul nuovo testo audizioni con i sindacati e tutte le associazioni di insegnanti, studenti, genitori e dirigenti scolastici”. È sembrata, insomma, una difesa poco convinta.

Sul problema sembra stia emergendo una opposizione strisciante in Commissione di merito del Senato, che nel frattempo ha avviato un largo giro di audizioni. Forse scettico sulla possibilità che il Senato riesca a varare il provvedimento, Profumo ha preferito prenderne esplicitamente le distanze.

Colgo l’occasione di questa mia lettera – ha precisato il ministro rivolgendosi agli insegnanti e ai dirigenti scolastici – per fare chiarezza su uno dei punti che più hanno suscitato le proteste: il disegno di legge 953, detto comunemente “ddl Aprea”. Ritengo doveroso specificare che tale proposta è stata formulata e discussa in piena autonomia dal Parlamento, con la partecipazione di tutte le forze politiche. Dunque non c’è alcuna diretta responsabilità del Governo, né mia personale, nelle proposte ivi contenute. Peraltro, in alcun modo ho partecipato alla stesura del testo o ne ho mai condiviso l’impianto”.