Professione docente/1: un “mestiere” in declino

E’ tempo di un nuovo concorso per la scuola. Il Miur è autorizzato a promuovere la selezione di 63.712 docenti abilitati, per il triennio 2016/2018. L’assunzione per concorso sarà accompagnata da altri 30 mila posti che saranno assegnati ai docenti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento. Un obiettivo importante che “assicura – spiega il ministro dell’istruzione Stefania Giannini – una risposta al precariato che era attesa da anni”. Una buona e attesa notizia la cui concretizzazione operativa è condizionata dal via libera al regolamento di riordino delle classi di concorso.

Numeri molto importanti che vanno letti alla luce del numero di dicembre del bollettino dell’OCSE  “PISA in Focus”, appena pubblicato, che riporta dati allarmanti sull’attrattività della professione docente nel nostro Paese:  meno del 2% dei quindicenni intende intraprendere questo lavoro, contro una media OCSE del 5%. Siamo uno dei paesi dove l’insegnamento attrae meno giovani, nonostante il forte richiamo esercitato da altre occupazioni intellettuali, le quali allettano quasi  metà (49%) dei nostri quindicenni. Ciò sta avvenendo senza che nessuno abbia discusso la questione centrale: vale a dire che cosa si deve fare per risolvere questo problema, cruciale in prospettiva per il paese.  Il pericolo in generale è che vengano a mancare, come da tempo segnalato da Tuttoscuola, proprio quei docenti che servono a far avanzare il livello di progresso scientifico e tecnologico del paese, in quanto i laureati del gruppo scientifico presentano elevate percentuali di occupazione in altri settori.

Un ulteriore dato poco rassicurante riguarda la tendenza a optare per la professione docente degli studenti più deboli in matematica, mentre quelli portati per le materie matematico-scientifiche scarseggiano e talvolta intraprendono la carriera docente unicamente per ripiego. L’analisi serve ad evidenziare la diffusione di un “corposo” fenomeno che non può essere né trascurato né tanto meno ignorato.