Prodi: rilanciare la formazione tecnica superiore

Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha concluso l’affollato (oltre 400 partecipanti) seminario internazionale dell’ADI (Associazione Docenti Italiani http://www.adiscuola.it), organizzato a Bologna il 2 e 3 marzo, tornando su una sua antica convinzione, la necessità per il nostro Paese di dotarsi di un organico sistema di formazione tecnica superiore, parallelo a quello universitario, per vincere la sfida dello sviluppo economico e della competizione.
Prodi ha ricordato (riportiamo in allegato il discorso integrale, ripreso dal sito dell’Adi) che quasi tutti i Paesi europei dispongono di un sistema di alta formazione tecnico professionale di questo tipo, e che il decreto legge sulle liberalizzazioni prevede questo percorso, con il nome di “Istituti tecnici superiori“.
I precedenti tentativi di andare in questa direzione sono finora falliti uno dopo l’altro: il primo fu fatto nel 1970, quando fu avviata la sperimentazione di percorsi biennali per “superperiti” in sette istituti tecnici, iniziativa subito bloccata dalla Corte dei Conti che contestò la legittimità della spesa. Anche il progetto Brocca (1988-1994) prevedeva una fascia post-secondaria, mai resa operativa neppure a livello sperimentale. Verso la fine degli anni novanta (ministro Berlinguer) furono istituiti i corsi IFTS (Istruzione e formazione tecnica superiore) con un complicato e instabile meccanismo di partnership tra scuole, università, enti locali e centri di formazione professionale che ha impedito il loro decollo in termini strategici. Successivamente, nel corso del 2003, il ministro Moratti costituì un gruppo di lavoro, presieduto dal capo Dipartimento Pasquale Capo e coordinato da Gian Carlo Zuccon, già coordinatore della prima fase della commissione Brocca, con il compito di promuovere, partendo da una quindicina di sedi, una rete nazionale di 60 istituti superiori aventi finalità e ordinamento speciali, denominati “Istituti Superiori Sperimentali di Tecnologia” (ISST). Tentativo anch’esso bloccato, a distanza di pochi mesi, dalla mancanza di certezze organizzative e finanziarie.
Insomma, per poter funzionare efficacemente, e non essere una stanca replica degli IFTS, gli “Istituti tecnici superiori” auspicati dal presidente Prodi dovrebbero disporre in modo stabile e garantito di quelle risorse umane, finanziarie, tecniche e strumentali la cui carenza, insieme alla confusione delle competenze istituzionali, ha finora vanificato tutti i tentativi di costruire in Italia un vero sistema di istruzione tecnica superione a carattere non accademico.
Comunque non appaiono chiari al momento la tipologia di offerta formativa che gli istituti dovranno garantire, non esistendo ad oggi tali entità, e il rapporto di tali poli con il centro polivalente denominato “Campus” o “Polo Formativo“previsto dall’art. 2, comma 15 del Dlgs 226/05.