Presidi incaricati: un nuovo concorso riservato?

La voce negli ambienti parlamentari sta assumendo di giorno in giorno consistenza e credibilità: sembra si vada verso un altro concorso riservato per presidi incaricati.
A sostenere quest’idea, che potrebbe concretizzarsi, da un momento all’altro, in una formale proposta di legge, sembra che vi siano parlamentari di diversi schieramenti (il partito trasversale, come si usa dire in questi casi).
L’iniziativa prende spunto dal fatto che alcune centinaia di docenti attualmente con incarico di presidenza hanno da poco maturato (o stanno maturando) il triennio di incarico, mentre si sta concludendo il concorso a 1500 posti di dirigente scolastico riservato a chi il triennio lo aveva conseguito in tempo utile. Molti degli attuali aspiranti al nuovo concorso sono rimasti fuori dal precedente per mancanza di poche settimane di servizio utili a conseguire il servizio minimo richiesto. Hanno anche ricorso al Tar, ma, dopo una prima speranza, sono stati tutti inesorabilmente esclusi (molti di loro con prove del riservato già superate).
Ma il cuore dei parlamentari è grande… grande al punto che, se sarà sensibile a queste centinaia di docenti con incarico di presidenza (si parla di 300) potrebbe allargare le braccia anche ad altri gruppi di esclusi (i comandati presso ministero e uffici scolastici, ad esempio, che rivendicano una fungibilità del loro servizio di esperti).
Se la proposta di un riservato bis diventerà operativa, sarà segno che il concorso ordinario, atteso da migliaia di docenti di tutti gli ordini di scuola (il riservato premia solamente i docenti della secondaria), è ancora ben lontano. Cosa farà, in caso di riservato bis, il ministro Moratti che proprio sul concorso ordinario dei dirigenti aveva assunto un solenne impegno all’inizio del mandato ritenendolo una scelta strategica per la sua riforma?