Precari della scuola, FLC CGIL scrive alla Commissione europea: ‘Rimodulare impegni dell’Italia sul reclutamento’
La precarietà nella scuola italiana continua a essere una delle questioni più pressanti per il personale scolastico (e non solo). Secondo una recente nota della Flc CGIL, il 25% dei lavoratori nel settore dell’istruzione è impiegato con contratti a tempo determinato, rendendo sempre più incerte le prospettive lavorative e personali di migliaia di docenti e personale scolastico. “L’insostenibile condizione di precarietà della scuola italiana, che vede 1 lavoratore su 4 con contratto a scadenza, rende incerte le prospettive professionali, personali e familiari di centinaia di migliaia di persone che operano nella scuola nei diversi profili e determina instabilità e discontinuità dei processi formativi di tantissime alunne e alunni”, afferma la FLC CGIL nella nota ufficiale.
Un appello all’Europa dopo il dialogo con il governo
Dopo una prima interlocuzione con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, definita “infruttuosa” dal sindacato, la CGIL ha deciso di rivolgersi alla Commissione europea per affrontare il problema alla radice. Il sindacato accusa il governo di aver lasciato in sospeso migliaia di docenti, pur in possesso dei requisiti per l’assunzione stabile, rimandando il tutto in attesa dei nuovi concorsi legati agli obiettivi assunzionali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). “Rivolgiamo alla Commissione europea un forte appello affinché proceda alla rimodulazione dei target di assunzione e delle tempistiche del PNRR“, continua la CGIL, spiegando che la situazione attuale non solo non garantisce la stabilità del personale scolastico, ma compromette anche la continuità didattica per gli studenti.
Qui la lettera inviata alla Commissione Europea.
Le richieste del sindacato
Il sindacato pone l’accento sulla necessità di stabilizzare in modo prioritario i docenti che sono già risultati idonei nei concorsi precedenti, in particolare quelli del 2020 e del 2023. La CGIL sottolinea come il governo italiano abbia scelto di non assegnare stabilmente circa 20.000 cattedre, mantenendo queste posizioni nella cosiddetta “supplentite”, in attesa di nuovi concorsi, invece di utilizzare le graduatorie già esistenti.
La FLC CGIL propone anche di sospendere l’emanazione di nuovi bandi di concorso, o almeno di limitarli alle regioni e alle discipline in cui le graduatorie sono esaurite o insufficienti. “Tutto questo rappresenterebbe una scelta di responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola e delle nuove generazioni”, conclude la nota.
Il ruolo del PNRR e il futuro del reclutamento
L’appello della CGIL fa riferimento alle strette tempistiche imposte dal PNRR, che richiedono al governo italiano di rispettare specifici target di assunzioni entro il 2026, pena la perdita di fondi. Tuttavia, il sindacato chiede una revisione di questi obiettivi per evitare di lasciare nell’incertezza migliaia di insegnanti, e per garantire una continuità educativa e didattica agli studenti, già colpiti dalle problematiche legate alla carenza di personale stabile.
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