Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Polemiche infuocate sull’insegnamento della religione cattolica

Mistificazione incredibile“, “calunnia allo stato puro“, “falsificazione da buontemponi“, “bufala“. Con chi ce l’ha l’”Avvenire” dello scorso 27 maggio, il solitamente compassato quotidiano dei vescovi italiani?
Ce l’ha con l’”Unità” di Furio Colombo, che il giorno prima aveva dato la notizia della sottoscrizione dell’intesa tra lo Stato e la Chiesa cattolica sugli “obiettivi specifici di apprendimento per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria di primo grado” con il poco compassato titolo a sei colonne in prima pagina: “La Moratti consegna la scuola a Ruini“.
La tesi di Colombo, che cita un testo della CEI firmato da Cesare Nosiglia, è che l’Intesa non sarebbe centrata sull’”ambientazione dell’insegnamento religioso nei nuovi programmi della scuola riformata” ma, al contrario, sul disegno di “adattare l’intero sistema scolastico italiano alla visione della antropologia cristiana“.
Secondo l’”Avvenire” il documento Nosiglia (una relazione presentata alla CEI qualche giorno prima) “non c’entra nulla con l’oggetto degli accordi“, che sono un atto istituzionale dovuto, coerente con il Concordato del 1984, e necessitato dall’esigenza di rinnovare i programmi di IRC per la scuola media, risalenti al 1987, adattandoli al nuovo contesto normativo, come era stato già fatto in precedenza (23 ottobre 2003) per gli obiettivi specifici dell’IRC nella scuola dell’infanzia e primaria.
Anche questa polemica è tuttavia da leggere tenendo conto del clima da scontro elettorale che caratterizza queste settimane. I cattolici senatori Monticone e Soliani (della Margherita, partito d’opposizione) hanno infatti subito avanzato il sospetto che la firma dell’Intesa possa “diventare per il ministro l’occasione, in campagna elettorale, per propagandare il sostegno della Chiesa italiana alla sua riforma“.

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