Poco PIL per l’istruzione

Nel numero di aprile della nostra rivista, Tuttoscuola dedica uno studio aggiornato e approfondito sulla situazione degli obiettivi di Lisbona per lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi di istruzione nei Paesi dell’Unione. Il servizio raccoglie i dati pubblicati nei mesi scorsi dalla Commissione europea in riferimento agli obiettivi rideterminati per il 2020, rilevandone la situazione attuale per ogni Paese.

Tra gli altri indicatori vi è anche quello relativo alla quota di PIL che ogni Paese riserva per l’istruzione. In questo caso Lisbona non ha fissato un obiettivo minimo da raggiungere; la Commissione europea non ha quantificato obiettivi precisi, ma ha impegnato i Paesi aderenti a riservare risorse per l’istruzione, quale investimento per lo sviluppo, compatibilmente con la propria situazione economia e finanziaria.

In Italia, come si sa, a seconda della situazione di governo e delle posizioni politiche, si afferma che l’investimento per l’istruzione è molto elevato oppure che non si investe per niente.  

Quanta ricchezza del nostro Paese è investita in istruzione, e quanta negli altri Paesi (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_435-2.doc )?

Mediamente i Paesi dell’Unione hanno investito nel 2006 (ultimo anno a cui si riferisce la rilevazione) poco più del 5% del Pil nell’istruzione (5,05%), cioè poco più di 0,1 punti in percentuale rispetto al 2000.

Vi sono Paesi, come, ad esempio, la Danimarca o l’Islanda, che hanno investito più del 7% del prodotto interno lordo in istruzione; ma ci sono anche Paesi, come, ad esempio, la Romania, la Slovacchia e il Lussemburgo che hanno investito meno del 4% del PIL.

L’Italia nel 2006 ha investito il 4,73% del Pil in istruzione, cioè 0,2 punti in percentuale più di quanto investito nel 2000.

Germania, Regno Unito, Francia, Belgio e Olanda hanno investito più dell’Italia. La Spagna ha investito quasi mezzo punto in percentuale meno dell’Italia.

Considerato l’andamento critico dell’economia di questi ultimi anni, sarà però difficile che l’Italia investa più ricchezza per l’istruzione nei prossimi anni.