PNRR scuola: nuove opere per attivare 228mila posti per nidi e scuole dell’infanzia

All’interno del piano per il “Miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione” (M4C1.1) che prevede investimenti materiali ed immateriali per uno stanziamento di 11,01 miliardi di euro, è previsto anche il Piano per asili nido e scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.

Recita testualmente il testo: “Con questo progetto si persegue la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli asili e delle scuole materne (termine obsoleto per indicare scuole dell’infanzia – n.d.r.) al fine di migliorare l’offerta educativa sin dalla prima infanzia e offrire un concreto aiuto alle famiglie, incoraggiando la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la conciliazione tra vita familiare e professionale. La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti, di cui 152.000 per i bambini 0-3 anni e circa 76.000 per la fascia 3-6 anni.  L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere”.

Attualmente, secondo l’ultima rilevazione Istat, i posti nei nidi di infanzia, micronidi e sezioni primavera a titolarità pubblica sono 169.600 a cui vanno aggiunti altri 153.702 a titolarità privata per un totale di 323.302 posti.

Quei 152.000 nuovi post previsti dal piano, assegnati ai Comuni attraverso la realizzazione di nuove opere, andranno ad incrementare la quota pubblica, portandola a 321.600 posti.

È presumibile che le opere per la costruzione di nuovi nidi d’infanzia vadano prevalentemente alle regioni del Mezzogiorno, visto che attualmente i posti nelle strutture pubbliche del Sud e delle Isole sono complessivamente meno di 30mila, il 17,5% dei 169.600 attivati in tutta Italia.

Per capire il divario esistente bastano questi due dati: nel Sud il numero dei posti ogni 100 bambini di età 0-2 anni è di 5,9, mentre nel Nord Est è di 19.

Nel Piano sembra esserci una incongruenza, perché si prevedono, oltre alle opere per assicurare i 152mila posti nei nidi, anche interventi per assicurare 76mila posti nella scuola dell’infanzia.

La scuola dell’infanzia pubblica è infatti presente proprio e soprattutto nelle regioni meridionali. Non si capisce la ratio di questo intervento, considerata la diffusa presenza sul territorio di scuole statali, a meno che si intenda intervenire in alcuni territori (in particolare in Sicilia) per attivare strutture e servizi per ma mensa mancanti.

In ogni modo, in alternativa alla realizzazione di opere per nuove strutture, avrebbe senso sostenere con provvidenze diverse l’iscrizione di bambini di famiglie meno abbienti, in considerazione del fatto che negli ultimi anni, anche a causa delle crescenti difficoltà economiche, la percentuale di bambini iscritti – che un decennio fa sfiorava il 100% – è scesa sotto il 95%, l’obiettivo fissato dall’Unione Europea.