PNRR e Scuola 4.0: ‘Senza formazione non può esserci alcuna innovazione’. La lettera di un dirigente scolastico

Riceviamo e pubblichiamo l’interessante riflessione di un dirigente scolastico in merito agli investimenti del PNRR per la Scuola 4.0.

“Ho letto con piacere ed attenzione “dalla A alla Z” sul numero di gennaio di Tuttoscuola. Non mi resta che complimentarmi per la nota (e tradizionale) chiarezza espositiva unita ad un’encomiabile capacità di sintesi.

Spero di continuare a leggere non soltanto in riferimento a quanto è accaduto nel recente passato ma soprattutto per quanto concerne i processi in atto nella nostra scuola il cui sbocco, per quanto vedo anche nelle realtà vicine, lascia molto perplessi.

Mi riferisco in particolare al modo di affrontare tutta la partita del PNRR e della Scuola 4.0.

Temo infatti possa versificarsi quanto ho avuto modo di vedere nel lontano 1974, anno in cui mi fu assegnata la reggenza di …

Al mio arrivo in quella scuola trovai un’aula chiusa da una porta in ferro le cui chiavi non erano nemmeno in possesso della Segreteria ma solo del bidello. Me la feci aprire e, con mia sorpresa, notai trattarsi di un vero laboratorio di informatica acquistato alcuni anni prima dall’Amministrazione Comunale, con tanto di postazioni individuali, nel quale mai nessuno aveva messo piede.

Dopo alcuni mesi, convinsi due-tre docenti iscritti al Movimento di Cooperazione Educativa ad entrarvi con le proprie classi.

Esperienza di breve durata: ormai le macchine apparivano obsolete stante anche la impossibilità sia da parte della direzione didattica, sia del Comune di mettere fondi a disposizione per un loro aggiornamento e per riparare con immediatezza i piccoli danni determinati dall’inesperienza dei bambini (non era ancora l’epoca dei nativi digitali!).

Se non è stata rottamata spero sia rimasta almeno come aula museo.

Che cosa succede in queste settimane nelle nostre scuole?

In fretta e con poco tempo a disposizione per la mole di impegni del periodo (valutazioni di fine quadrimestre, colloqui individuali, rendicontazione sociale del PTOF e quant’altro) i dirigenti scolastici hanno incaricato una delle tante commissioni costituite dai docenti più volonterosi con il compito di redigere e presentare al Collegio dei docenti e al Consiglio di Istituto il tanto declamato progetto per la Scuola 4.0.

Da quanto mi risulta da vicino, ma non solo, non vi è quasi mai stato un coinvolgimento preliminare dei Collegi per raccogliere proposte, stimoli, idee, critiche, possibilità operative, difficoltà, suggerimenti.

Ma nemmeno vi è stato un piano preliminare di formazione, indispensabile per quel rinnovamento della didattica che resta, a mio vedere, l’obiettivo principale di questa nuova scuola.

A mio giudizio sarebbe stato quantomeno opportuno, seppure già in ritardo rispetto alle scadenze prefissate dal MIM, dedicare almeno un paio di collegi dei docenti alla proiezione e discussione dell’ottimo recente webinar di Tuttoscuola, indispensabile per evidenziare modalità possibili di progettazione degli ambienti di apprendimento innovativi; modalità di ricognizione degli spazi didattici; ricognizione dei bisogni educativi; riconfigurazione delle aule esistenti con una nuova predisposizione dei banchi e degli strumenti informatici cui far seguire la vera e propria fase progettuale. Temo invece, quello che si sta verificando, che si darà seguito all’acquisto di nuovi strumenti tecnologici che integreranno tutte le Lim già presenti nella maggior parte delle nostre aule e poco utilizzate o inservibili, rinviando a tempi tutti da determinare la eventuale ma auspicabile e indispensabile riconfigurazione degli ambienti scolastici per una completa riorganizzazione delle attività di insegnamento.

Una progettualità complessa che, come do per scontato, passerà senza ostacoli all’approvazione degli organi collegiali se non altro per non perdere un contributo finanziario che non abbiamo mai visto per le nostre scuole dal dopoguerra in poi. Tutto il resto avverrà dopo (come, quando, con quali tempistiche, con quali obblighi?), senza alcun controllo né alcun incentivo o alcun riconoscimento del merito almeno per i pochi docenti che già da tempo credono e lavorano nella giusta direzione.

Un’ultima domanda: ai vertici del MIM vi è qualcuno che ha la consapevolezza relativa al funzionamento della scuola reale, al clima esistente all’interno delle stesse scuole, a quello che dovrebbe essere il vero ruolo dei dirigenti scolastici, agli scarsi livelli di preparazione professionale purtroppo di tanti docenti?

Mi basti ricordare, ad esempio, il caso dei docenti assunti con le MAD: insegnanti semplicemente nominati con incarico annuale senza una minima preparazione didattica e metodologica (parlo di assistenti turistici, cuochi, lavoratori precari anche avanti in età in possesso di un qualsiasi titolo di studio di istruzione professionale, cui sono state affidate senza alcun senso di responsabilità classi intere). E senza alcun controllo, se non quello lasciato a quei pochi genitori che ancora se ne interessano ma che faticano a trovare risposte adeguate soprattutto in quelle realtà in cui da anni dominano le reggenze.

Un caro saluto.

Un ex dirigente scolastico che ama ancora la scuola”

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