PIRLS 2021, in lettura buoni risultati dell’Italia, ma non abbassiamo la guardia

Nel nostro Paese le indagini internazionali IEA e OCSE in campo educativo sono curate e condotte da INVALSI. L’indagine internazionale PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study) promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), i cui risultati italiani sono stati presentati il 16 maggio scorso presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, si concentra sulla rilevazione delle competenze in lettura degli allievi al quarto anno di scuola primaria (circa 9 anni di età).

Nel 2021, l’Italia ha partecipato per la quinta volta all’indagine PIRLS che viene condotta con un ciclo quinquennale dal 2001, fornendo così informazioni su un trend di 20 anni. Si tratta di un momento importante nello sviluppo quali lettori di questa fascia di popolazione scolastica: a questo punto della loro formazione, le bambine e i bambini hanno generalmente imparato a leggere e ora leggono per imparare.

All’indagine hanno partecipato 57 Paesi coinvolgendo circa 400.000 studenti, 380.000 genitori, 20.000 insegnanti e 13.000 scuole. Ciò è stato possibile grazie ai considerevoli sforzi compiuti dalle istituzioni scolastiche e da tutti gli attori coinvolti in un periodo ancora caratterizzato dalla pandemia in molte parti del mondo. In Italia, hanno partecipato 7419 studenti e 442 insegnanti in 222 scuole, con 5152 genitori, assicurando una copertura pressoché totale del campione.

Le prove dell’indagine PIRLS 2021 sono state svolte, per la prima volta, tramite computer. Dei 57 Paesi partecipanti, 26 – tra cui l’Italia – sono passati alla modalità digitale come modalità principale di raccolta dei dati. Inoltre, alcune prove cartacee utilizzate nella rilevazione PIRLS del 2016 sono state svolte da un campione aggiuntivo di scuole/alunni al fine di esaminare in modo comparativo l’impatto del passaggio al digitale. Gli altri 31 Paesi hanno optato per continuare a proporre i fascicoli cartacei.

Nel nostro Paese, gli studenti di quarta primaria ottengono un punteggio medio pari a 537 punti, significativamente superiore al punto centrale della scala, fissato a 500 punti. Si tratta, per l’Italia, di un risultato superiore anche al punteggio medio dei Paesi europei partecipanti (527 punti). Questo dato acquista ancora maggior valore nel confronto internazionale se si considera che i nostri studenti al quarto anno di scolarità sono anagraficamente più giovani di quasi un anno rispetto all’età media degli studenti di altri Paesi europei che ottengono gli stessi risultati in lettura. Con riferimento alle differenze tra le aree geografiche del nostro Paese è possibile rilevare che sono sostanzialmente divise in due raggruppamenti: Nord Ovest, Nord Est e Centro ottengono punteggi medi statisticamente simili tra loro e superiori al punteggio medio delle aree del Sud e del Sud Isole.

I risultati internazionali mostrano, poi, un vantaggio nelle abilità di lettura delle bambine rispetto ai bambini nella maggioranza dei Paesi partecipanti, con una differenza media di 16 punti. In Italia, il vantaggio in lettura delle femmine rispetto ai maschi risulta significativo, sebbene la differenza (+ 7 punti) sia tra le più contenute che emergono dal confronto internazionale.

Nel considerare i risultati di tendenza PIRLS 2021, va tenuto conto che la pandemia COVID-19, che si è verificata dopo il ciclo 2016, ha molto probabilmente influito sull’apprendimento scolastico in molti Paesi. La notevole variazione nella portata e nella risposta alla pandemia all’interno di ciascun Paese e tra i diversi Paesi rende impossibile stimare l’entità di un effetto COVID-19 in modo uniforme tra i paesi, o paese per paese, in questo momento. Dei 32 paesi che dispongono dei dati sia del 2016 che del 2021, 21 paesi hanno registrato risultati medi di lettura inferiori nel 2021 rispetto al 2016, 8 paesi non hanno avuto variazioni significative e solo 3 paesi hanno registrato risultati medi superiori. In Italia, gli allievi ottengono nel 2021 un risultato medio significativamente inferiore di 11 punti rispetto a quello rilevato 5 anni prima, riportando i risultati degli studenti italiani nuovamente in linea con quelli di 20 anni fa (PIRLS 2001) e 10 anni fa (PIRLS 2011).

Inoltre, nel considerare i risultati medi, è importante tenere presente che in ogni paese la distanza tra i lettori molto bravi e i lettori in difficoltà può essere molto grande. In Italia, invece, si osserva che tale distanza è relativamente contenuta rispetto a quella che si rileva in altri Paesi la cui media è simile a quella italiana.

Per quanto riguarda i risultati relativi ai livelli di rendimento (individuati come: avanzato, alto, intermedio, base), nel nostro Paese la percentuale degli allievi che risponde con successo alle domande più difficili è dell’8%, ossia appena superiore alla mediana internazionale. Per tutti gli altri livelli la percentuale di studenti italiani ha un valore superiore rispetto al benchmark internazionale: in particolare, più di 8 studenti su 10 raggiungono il livello intermedio e, soprattutto, si osserva in Italia la percentuale più alta in assoluto (97%) di studenti che riescono a rispondere almeno ai compiti più semplici di lettura.

Infine, diversi studi, basati sui risultati degli studenti nelle indagini internazionali PIRLS, TIMSS e OCSE PISA e nazionali, sembrano confermare che lo status socio-economico e culturale (SES) delle famiglie (l’occupazione dei genitori, il loro titolo di studio e la quantità di risorse disponibili a casa) risulti correlato in modo significativo con la performance degli studenti. I risultati di PIRLS confermano questo dato, rilevando a una differenza media internazionale di 86 punti tra studenti con SES alto e studenti con SES basso. In Italia tale differenza è più contenuta, ma ancora significativa (64 punti).

Questa sintetica rappresentazione degli esiti italiani apre ad alcune considerazioni di carattere generale sulle quali occorre focalizzare l’attenzione. Innanzitutto, la rilevazione avviene al quarto anno della scuola primaria: un segmento basilare nel percorso formativo degli studenti poiché è durante il primo ciclo di istruzione che si gettano le fondamenta del futuro percorso scolastico. A partire dagli esiti italiani sostanzialmente positivi è dunque necessario porsi la domanda del perché nei gradi scolastici successivi si perda, o comunque, si attenui fortemente questa robustezza nelle competenze di lettura. Si tratta di un tema dirimente che non riguarda solo l’Italia perché costituisce un problema che si riscontra in molti Paesi. E tuttavia, le ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR – fino a poco tempo fa inimmaginabili – possono costituire una grande occasione per mettere in campo azioni puntualmente mirate e concretamente realizzabili per colmare le fragilità che spesso si riscontrano nei gradi scolastici successivi. Nella scuola primaria accade esattamente quanto si potrebbe applicare all’osservazione delle fondamenta di un palazzo: laddove siano presenti delle modeste inclinazioni fin dal basamento dell’edificio, via via che si sale nella costruzione, quelle modeste imperfezioni possono diventare nei piani più alti molto pericolose e addirittura compromettere la stabilità statica dell’edificio. Si tratta dunque di avere sempre presente, nonostante gli esiti italiani sostanzialmente positivi dell’indagine IEA PIRLS 2021, che non ci si può permettere di abbassare la guardia ma va messo in campo uno sforzo collettivo, di comunità che chiami ciascuno ad essere proattivo nella scuola e per la scuola durante tutto il percorso formativo.

*Presidente INVALSI

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