Piano scuola post Covid-19. Forza Italia presenta le proposte per il futuro

L’emergenza Covid ha scatenato molti interrogativi sulla salute della scuola italiana. Con il repentino ricorso alle tecnologie per far fronte alla chiusura degli istituti e per garantire un minimo di continuità didattica, sono emerse non poche lacune infrastrutturali che stanno lasciando indietro oltre un milione di studenti impossibilitati a portare avanti la didattica a distanza. A questo proposito, Forza Italia ha lanciato il suo Piano Scuola durante il dibattito, “Reinventare la scuola nel dopo Covid-19“, moderato dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone, a cui hanno preso parte Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera, Andrea Cangini e Valentina Aprea, capigruppo nella Commissione Cultura del Senato e della Camera, Melania Rizzoli, assessore all’Istruzione e formazione della Regione Lombardia, Tommaso Agasisti del Politecnico di Milano, Giuseppe Bertagna, dell’Università di Bergamo e suor Anna Monia esperta di politiche scolastiche.

Il piano prevede un insieme di proposte per far fronte alle questioni relative all’immediato e per immaginare la scuola del futuro. In particolare, i forzisti chiedono al Governo lo stanziamento di tre miliardi per “reinventare una scuola sicura, competente e digitale”, che abbandoni “lo schema delle lezioni frontali” e abbracci i nuovi paradisi formativi digitali”. Secondo Valentina Aprea, responsabile del dipartimento Istruzione del partito, “la scuola di oggi è frequentata esclusivamente da nativi dell’era digitale, abituati a pensare in modo totalmente differente da chi li ha preceduti”.

“È il momento di reinventare una scuola pubblica (tutta! Statale e paritaria), sicura, competente e digitale con nuovi paradigmi organizzativi – ha detto Aprea nel corso del dibattito – e quindi che abbandoni definitivamente lo schema delle lezioni frontali e del lavoro nelle classi, per abbracciare paradigmi formativi che rimandino alla centralità delle competenze e della didattica digitale,centralità che deve davvero, e non solo a parole, sostituire la centralità delle nozioni scolastiche rispetto alle quali si continua ad insegnare e a valutare gli studenti”.

Per questo è necessario immaginare la didattica che verrà. Come? Trasformando tutti i paradigmi a cui siamo abituati: “Dalle soft skills che vadano a sostituire le lezioni frontali, alle certificazioni al posto dei voti singoli, fino alle app, alla realtà aumentata e ad altri strumenti digitali che vadano ad integrare i libri” le proposte uscite dal dibattito. E ancora, “non più aule ma laboratori didattici, in cui ogni spazio diventa educativo e all’interno del quale il docente è libero di muoversi”.

“I docenti devono educare alla futurità e, quindi – ha detto ancora Aprea -, favorire l’apprendimento con i libri, ma anche con le App, con la realtà aumentata, con la realtà virtuale, con i droni, con la robotica, con la stampa 3G e con il coding, la nuova lingua per dialogare con il computer”.

Insomma, nei progetti di Forza Italia, si punta ad una scuola meno ‘caserma’ e più orientata ai bisogni dello studente. I fondi richiesti verrebbero così suddivisi: un miliardo per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici da nord a sud, da effettuare durante questi mesi di chiusura, un miliardo per la digitalizzazione degli istituti con la predisposizione della banda larga e un miliardo per la formazione dei docenti per la didattica a distanza. Infine, serviranno non meno di 500 milioni per il sostegno alle scuole paritarie.

“La fase 2 legata alla riapertura delle strutture scolastiche e alla ripresa delle attività – ha aggiunto Stefania Strignano, DS dell’IC Ungaretti di Melzo – presenterà le medesime luci e le medesime ombre: quanto più una scuola si sarà mossa in un sistema legato alla costruzione delle competenze, alla didattica laboratoriale, alla duttilità nell’utilizzo degli ambienti di apprendimento, tanto più sarà in grado di gestire la propria offerta formativa in un sistema che farà della flessibilità e delle metodologie d’insegnamento innovative i propri tratti distintivi”.

Il ‘faccia a faccia’ virtuale si e’ concluso con l’appello al Governo affinché metta a disposizione i locali scolastici per i prossimi mesi, “per far fronte alle esigenze delle famiglie, che con la ripresa della attività lavorative e con l’impossibilità di ricorrere all’aiuto dei nonni, non sanno dove lasciare i propri figli”.