Piano Scuola, Bianchi: ‘Misure non sono bene spiegate. Mi dispiace’. Ritorno a scuola: ‘Avrei intanto fatto prove tecniche’

“Apprezzo i riferimenti all’autonomia, alla flessibilità e alla semplificazione che ci sono nel testo, ma per come sono scritti appaiono riferimenti astratti che non corrispondono pienamente al lavoro che abbiamo fatto. E’ un messaggio sbagliato sull’autonomia, bisogna superare la scuola del Novecento, quella dei bambini inchiodati al banco, si deve trasformare in multidisciplinare la didattica delle superiori, fare in modo che la scuola sia in grado di rispondere ai bisogni di ogni studente“. È quanto dichiara Patrizio Bianchi, a capo della task force del Ministero dell’Istruzione, rispondendo a un’intervista del Corriere della Sera, nello specifico alla questione del carico di responsabilità messo nelle mani di scuole e dirigenti scolastici dal Piano Scuola.

“Le misure che ci sono nella bozza delle linee guida non sono ben giustificate, né spiegate. Mi dispiace – continua Bianchi -. Abbiamo proposto un aumento strutturale del 10-15 per cento di insegnanti, anche per ridurre il numero di alunni per classe e chiediamo di garantire la sopravvivenza delle scuole più piccole”.

E poi ancora: “Non è da adesso che la scuola è sottofinanziata o fuori dal dibattito pubblico. Il problema è annoso. Quello che volevamo fare con le nostre proposte è rimetterla al centro: non sarebbe ora di lanciare un dibattito pubblico sulla scuola per tutto il prossimo anno? L’ultimo ministro dell’Istruzione che fece una cosa del genere è stato Sergio Mattarella, era il 1990″.

Sulla riapertura della scuole Bianchi inoltre ammette: “Avrei fatto delle prove tecniche di apertura in zone meno colpite o in situazioni più protette”.