Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Più educazione sportiva, meno educazione fisica

L’incontro tra il ministro Moratti e il presidente del CONI Gianni Petrucci ha in pratica confermato il dimezzamento dell’orario riservato all’educazione fisica nella scuola secondaria di secondo grado: un’ora anziché due. In compenso, l’offerta formativa dovrà “garantire agli studenti il raggiungimento di precisi livelli di apprendimento tecnico motorio paragonabili e rapportabili alle nazioni più all’avanguardia in questo campo“.
Qual è il significato, in concreto, di questa formulazione un po’ ambigua, che ricorda le acrobazie del linguaggio diplomatico? E’ possibile che il CONI, “giudichi importante la garanzia del raggiungimento dei livelli“, come nota la “Gazzetta dello Sport” del 3 marzo 2005, ma forse non da parte di tutti gli studenti (che era ed è l’obiettivo della “educazione fisica”), ma di quella parte di essi che vuole dedicarsi a qualche attività sportiva anche al di fuori dell’orario scolastico (che è, appunto, l’obiettivo della “educazione sportiva”. Il CONI ha infatti particolarmente apprezzato l’intenzione del Ministro di concedere crediti scolastici agli studenti che fanno attività sportiva al di fuori della scuola, e l’impegno del Governo a sostenere l’impiantistica sportiva.
Comunque sul raggiungimento dei “livelli paragonabili” a quelli dei Paesi sportivamente più avanzati vigilerà una commissione mista MIUR-CONI della quale faranno parte anche alcuni autorevoli esponenti delle federazioni sportive e la vicepresidente del CONI Diana Bianchedi, nota campionessa di scherma. E non è detto che il vasto movimento creatosi a sostegno del mantenimento delle due ore di “educazione fisica” rinunci ai propositi di proteste anche clamorose già annunciati nelle scorse settimane.

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