Perché la situazione al Parini è malgestita?

Sulla questione dei rapporti tra docenti e studenti, e tra docenti e dirigenti scolastici, esplosa con il recente caso della liceo Parini di Milano, del quale ci siamo ampiamente occupati (1234), ci ha scritto la nostra lettrice Anna Di Gennaro, per esprimere un parere scientifico, che volentieri pubblichiamo.

Invitiamo tutti gli altri lettori a partecipare alla discussione, o a proporne di nuove, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

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Perché la situazione al Parini è malgestita?

Da circa un mese il liceo milanese, noto sin dal 1966 per lo “scandalo” del giornalino d’istituto intitolato la Zanzara, è tornato a far parlare di sé, ma per motivi decisamente più scandalosi considerati i tempi e l’epoca della comunicazione in tempo reale. Potrebbe essere l’inizio di una svolta nell’approccio alla questione gestionale di problematiche simili, le medesime che esplodono a metà anno scolastico, quasi sempre in occasione della valutazione di fine quadrimestre.

Una professoressa è contestata da studenti e genitori per la sua severità ma anche perché “non risponde alle domande, assegna voti a casaccio e prende in giro gli studenti in difficoltà”. Di converso vi sono numerosi attestati di stima che depongono a favore di una solerte e indefessa attività dell’insegnante che afferma: “Dopo 30 anni di onorato servizio per la mia futura serenità, devo cambiare scuola” E’ impossibile stabilire dal testo dell’articolo se si tratti di un caso medico piuttosto che disciplinare. Occorre pertanto andare a fondo della questione procedendo con la richiesta di un accertamento medico d’ufficio proprio a tutela dell’insegnante. La sintomatologia, peraltro ben descritta dagli studenti, deve quantomeno allertare il datore di lavoro che ha il compito di vigilare sulla salute dei suoi docenti. Potrebbe darsi che la causa di tutto siano i soliti genitori invadenti e iperprotettivi ma, ancora una volta tocca al preside stabilirlo, che però se ne guarda bene e ricorre ad altro. Curiosa e inopportuna appare infine la richiesta del sindacato che chiede a gran voce una visita ispettiva mentre tocca esclusivamente al dirigente scolastico risolvere la situazione. Il sindacato dovrebbe piuttosto accertarsi che il “datore di lavoro” abbia messo in atto tutte le contromisure necessarie a contrastare e prevenire lo stress lavoro-correlato dei suoi docenti (che fanno parte delle helping profession), ma resta il serio timore che non sappiano neppure loro di cosa si stia parlando.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_aprile_21/liceo-parini-caso-prof-severa-genitori190483055388.shtml

Il dirigente scolastico aveva sollecitato con vari “appelli” scritti gli studenti e le rispettive famiglie di evitare la conflittualità tra docenti e genitori. Un monito miseramente caduto nel vuoto… In sintesi aveva perso il controllo della situazione anche perché “ignora” letteralmente le norme di legge vigenti del Testo Unico D. L. 81/08 sullo stress lavoro-correlato. A sua volta il direttore regionale Giuseppe Colosio aveva inviato, come da copione già visto, la “visita ispettiva” auspicando il ritorno di un “clima sereno”. Rispettata la prassi, se non fosse che è proprio l’iter procedurale inadeguato che conduce ai disastri già più volte letti.

Tutti gli attori responsabili della tragicomica commedia all’italiana non sanno che per tutelare sia la salute dell’insegnante sia l’incolumità dell’utenza occorre percorrere preventivamente la via medica onde fugare ogni eventuale dubbio sulle reali condizioni di salute psicofisica della docente, inevitabilmente caduta nell’occhio del ciclone.

Occorre altresì specificare che:

 – per inoltrare la richiesta di visita in collegio medico di verifica non occorre la visita ispettiva;

– l’ispettore è ignaro dei fatti e comincia l’indagine da “zero”;

– l’ispettore non è psicologo né psichiatra;

– la visita ispettiva ha tempi lunghi, non è “indolore” e il clima di lavoro all’interno della scuola peggiora notevolmente;

– la richiesta di visita ispettiva ha “connotati” prevalentemente disciplinari;

– la richiesta di visita ispettiva accresce nel docente il sospetto di essere vittima di “mobbing”, con tutto ciò che comporta tale affermazione;

– se la richiesta di visita ispettiva è fondata, culmina comunque con invio in collegio medico di verifica;

– l’ispettore può “riprendere” per inerzia il dirigente scolastico;

– la prognosi eventuale di psicopatia peggiora col trascorrere del tempo;

– l’ispettore deve innanzitutto stabilire chi è il “sano” e chi il “malato”;

– la richiesta di visita ispettiva non pone il dirigente scolastico a riparo da rischi legali: ad esempio per danno all’utenza.

Voto assegnato alle istituzioni preposte al rispetto della normativa vigente: gravemente insufficiente per incompetenza persistente e mancanza di aggiornamento sul compito legale ad esse affidato.

Anna Di Gennaro

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