Paulo Freire, riscoprendo le sue radici nel Service Learning

Di Irene Culcasi

Ricordare e celebrare il centenario di Paulo Freire è importante per riaffermare collettivamente la sua rilevanza, per riflettere a partire dalla pratica basata sulla solidarietà come azione educativa e politica. La sua influenza, oggi, ci spinge costantemente a rivitalizzare l’educazione, mettendo in relazione la crescita personale con la vita pubblica. Ragionare su questi aspetti è essenziale, soprattutto alla luce della crisi di fiducia nel futuro che attraversa le giovani generazioni che oggi affrontano la formazione scolastica. È evidente che di questa crisi di speranza e di progetto la scuola non porta la responsabilità diretta; essa è legata alle previsioni, ormai interiorizzate, di una società duale in cui povertà e privilegio appaiono estendersi rispetto alla dinamica sociale delle opportunità.

Tuttavia la scuola è profondamente inserita in questi processi ed è chiamata a confrontarsi con la ricerca di senso delle pratiche che propone affinché queste siano attuali tanto per la crescita dei giovani quanto per il rapporto con la società.

Prendendo atto del significato educativo del Service-Learning (SL) e della conoscenza pratica, il presente contributo delinea le idee chiave di questa proposta pedagogica, in una stretta connessione con le riflessioni filosofico-educative del più grande pedagogista senza frontiere. In un momento storico in cui gli assembramenti, tipici delle celebrazioni, non sono possibili, ci limiteremo a ‘frequentare’ le idee pedagogiche di Paulo Regulus Neves Freire per riflettere sulla loro implicazione nella pratica educativa attuale.

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La proposta del Service Learning nella trama delle sue radici teoriche

Anche se il Service Learning può essere ancora considerato uno strumento pedagogico relativamente nuovo, è diventato rapidamente una componente integrale di innumerevoli corsi di studio, modificando interi curricola (Lally, 2001).

Il volume di pubblicazioni, insieme all’incremento dei finanziamenti in questo campo, attestano in modo schiacciante il fatto che coinvolgere i giovani in attività di servizio alla comunità inquadrate dal punto di vista educativo sia ormai un ‘movimento’ a pieno titolo (Claus & Ogden, 1999). Come dimostrano diversi studi (es. Kiely, 2005) l’integrazione del Service-Learning e di altri approcci esperienziali nell’istruzione offre il potenziale per migliorare la crescita e l’apprendimento degli studenti. Quest’ultimi si sentono più motivati quando sanno che il loro lavoro può avere un effetto positivo sul mondo che li circonda. In secondo luogo, gli studenti acquisiscono una comprensione più profonda delle teorie e dei concetti mentre li applicano ai problemi del mondo reale. Imparano cioè a rispondere alle complessità nascoste che le simulazioni in classe non sono semplicemente in grado di replicare. In terzo luogo, possono acquisire le abitudini della prassi riflessiva mentre sono guidati attraverso il processo di analisi critica, auto-riflessione e valutazione nei confronti delle comunità con cui lavorano, imparando da una moltitudine di prospettive (Botchwey & Umemoto, 2018).

Tuttavia, l’inclusione di tali pratiche di per sé non garantisce l’apprendimento e l’acquisizione di competenze curricolari e di vita. Perciò, una via possibile per un inserimento di qualità del SL nelle pratiche educative passa per la profonda comprensione delle caratteristiche programmatiche della proposta pedagogica, attraverso la lettura delle sue radici freiriane.

Articolazione curricolare

Seguendo le idee di Freire ci sono tre strade del pensiero critico – generativo, attuale e accademico – che hanno implicazioni tanto importanti per la pedagogia quanto per il contenuto. Il tema generativo che si trova nella cultura degli studenti esprime le condizioni problematiche della vita quotidiana e costituisce l’argomento principale. Il tema attuale, sollevato dall’insegnante in classe, rappresenta una questione sociale importante a livello locale o globale. Il tema accademico, anch’esso sollevato dall’insegnante, ha le sue radici in “corpi formali di conoscenza studiati da specialisti in un campo” (Shor, 1992).

Presi insieme questi temi riconoscono sia l’esperienza dello studente che la conoscenza organizzata e rappresentano la giusta visione da attribuire alla caratteristica articolazione curricolare propria del SL. Di fatto, la proposta pedagogica non si limita a connettere la conoscenza teorica con l’attività pratica (la quale nasce dalla spinta dei temi generativi e attuali) ma le integra in un unico percorso educativo. I contenuti di apprendimento e quindi i dati culturali vengono letti a partire dall’esperienza del soggetto in formazione, aiutato così a riappropriarsi dei segni della cultura, mentre li applica nel contesto di vita. Questa caratteristica programmatica ben ci riporta all’idea di educazione freiriana come processo che conduce all’intervento nella realtà, perché è impossibile concepire uno studio per lo studio, uno studio senza impegno come se fosse svincolato dal mondo in cui viviamo, come se fosse “un qualcosa di esterno e distante, un mondo che è estraneo quanto noi lo siamo ad esso” (Freire, 2014).

In linea generale, le possibilità di creare reti di contenuti formali intorno all’esperienza solidale (integrazione) sono pressoché infinite e possono comprendere il vasto spettro delle arti e delle scienze, in accordo con le peculiarità di ogni istituzione scolastica e del contesto all’interno del quale è inserita (Fiorin, Culcasi, 2017). Non solo, per incidere seriamente sulla realtà sociale, per soddisfare un bisogno della comunità in modo efficace, occorre mettere in gioco le conoscenze scientifiche multidisciplinari e transdisciplinari; si richiede ricerca, competenze personali e di gruppo, nonché capacità di gestione e innovazione, a un livello complesso, e in genere, molto più alto di quello di cui gli studenti avrebbero bisogno per superare un esame (Furco, 1996). È proprio qui fra l’altro, che il rischio del nozionismo, dell’affastellamento di dati a fini esclusivamente di verifica scolastica, può essere più facilmente superato, in ragione di una presa di coscienza del personale rapporto con l’attualità.

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