Parte in salita nel Veneto l’immissione in ruolo dei dirigenti scolastici. No ai presidi meridionali

C’è un “fuori i barbari” di impronta leghista in Veneto nei confronti dei dirigenti scolastici di imminente nomina provenienti dal Sud.

A Vicenza il consiglio provinciale, quasi all’unanimità (30 voti favorevoli su 31) ha approvato una mozione, proposta dall’assessore del Pdl, Morena Martini, contro l’assegnazione a dirigenti scolastici non autoctoni dei 26 posti vacanti nelle istituzioni scolastiche vicentine.

La mozione approvata chiede al ministro Gelmini di non nominare sui posti vacanti gli idonei dei concorsi provenienti da graduatorie di altre regioni.

Lo scorrimento delle graduatorie regionali (passaggio da una regione ad un’altra), voluto a suo tempo dal sindacato dei dirigenti scolastici e approvato dal Governo Prodi con la legge di conversione 28 febbraio 2008, n. 31, avrebbe, secondo le valutazioni vicentine, un principio di grave iniquità, in quanto i criteri di selezione (rigorosi al nord e permissivi al sud) da parte delle commissioni avrebbero penalizzato i candidati veneti e favorito gli esterni soprattutto meridionali.

Un principio di cattiva amministrazione, secondo i consiglieri che vi si oppongono, prendendosela con il ministro Gelmini.

La norma ha già trovato applicazione nel 2008-09 con la copertura di circa 700 posti vacanti anche con la nomina di idonei di altre graduatorie regionali.

Oltre alla mozione del consiglio provinciale di Vicenza, c’è anche l’ipotesi di ricorso al Tar da parte dei consiglieri leghisti.