
Pantaleo (Flc Cgil): sospendere i test Invalsi

Le proteste anche quest’anno di studenti, docenti e famiglie contro i test Invalsi “impongono una radicale inversione di rotta sulla valutazione. I test sono privi di senso e lontani dalla realtà delle scuole“. È quanto sottolinea in una nota il segretario della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, a cui giudizio i test “minano la libertà d’insegnamento e si configurano come strumento di controllo che diffonde solo ostilità, paure e diffidenza. Non tengono conto del rapporto tra contesti territoriali e qualità formativa. La nostra proposta è sospenderli per un arco di tempo necessario a definire un sistema di valutazione più serio e efficace“.
La dura presa di posizione del leader sindacale mette in discussione tutto il lavoro fatto all’Invalsi negli anni scorsi, a partire dalla presidenza Cipollone (2007), cioè l’allineamento dell’Italia alle tecniche di valutazione di sistema in uso in altri Paesi dell’area Ocse e alla tipologia di test adottata, con progressivi aggiustamenti, dal programma triennale Pisa fin dal suo esordio nel 2000.
Pantaleo prospetta in realtà la sospensione a tempo indeterminato dei test, visto che a suo giudizio “la valutazione non deve essere separata da un ragionamento su quale scuola vogliamo nei prossimi anni e sui necessari investimenti”, e che essa “non può che coinvolgere tutti i livelli dei decisori politici e non solo le scuole”. Operazioni che, come è noto, richiedono tempi lunghi se non vogliono ridursi a forzature o improvvisazioni.
Ma non basta. Anche nel nuovo auspicato contesto i test Invalsi, “radicalmente ripensati”, dovrebbero essere somministrati “su base campionaria” e non universale. Un altro attacco all’attuale impostazione dei test nazionali, che secondo il vigente regolamento costituiscono per le scuole il riscontro esterno dell’autovalutazione di istituto.
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