Panini risponde alla lettera aperta di Diesse

Nei giorni scorsi Libed.News, la rivista on-line dell’Associazione Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica), aveva inviato (www.diesse.org) una lettera aperta al segretario generale della Cgil-scuola, Enrico Panini chiedendo se la responsabilità della non corrispondenza tra investimenti finanziari per la scuola e livello di qualità della preparazione degli alunni e della retribuzione dei docenti fosse soltanto dei diversi Governi che si sono succeduti alla guida del nostro Paese o se anche il movimento sindacale aveva qualcosa da rimproverarsi.
Diesse inoltre chiedeva a Panini se non ritesse possibile aprirsi al confronto con il ministero anziché dichiarargli guerra ad oltranza.
Panini ha risposto apprezzando l’attenzione (di fatto Diesse lo ha individuato come esponente dell’organizzazione sindacale più rappresentativa), respingendo l’accusa di corresponsabilità e confutando la tesi dell’eccessivo numero di docenti rispetto all’Europa.
Che il numero degli insegnanti nel nostro Paese sia maggiore di quello dei colleghi europei – ha detto Panini – dipende da molti fattori che andrebbero indagati con spirito attento. Fra questi ricordo l’ampiezza dell’orario settimanale delle lezioni (in alcuni istituti professionali si arriva a 40 ore settimanali); fattori peculiari della nostra storia (dalla statalizzazione di tutto il personale alla grande conquista dell’integrazione dei soggetti disabili), alla conformazione del territorio“.
Quanto all’accusa di tenere un atteggiamento pregiudiziale di chiusura, Panini, precisando che nessuno gli ha mai chiesto di “metterci d’accordo”, ha affermato che il dibattito e il confronto in Italia, a differenza di altri paesi europei (come la Francia) è stato “sequestrato” e il ministro fa solamente dichiarazioni propagandistiche. “In questi anni, invece – ha proseguito il segretario della Cgil – si è sempre preferito fare le cose in gran segreto e trasformare le rare occasioni di confronto in un soliloquio. Poi, come si fa a stupirsi se le persone si mobilitano e protestano?”