Osservazioni in classe. Una ricerca FGA-Invalsi
Secondo una ricerca realizzata dalla Fondazione Giovanni Agnelli in collaborazione con l’Invalsi, intitolata “Osservazioni in classe”, realizzata nel 2014 su un campione rappresentativo di oltre 1600 insegnanti di italiano e matematica di ruolo e supplenti annuali nelle scuole primarie e medie di 207 istituti comprensivi in tutto il Paese, solo “una percentuale fra il 25 e il 30% degli insegnanti del primo ciclo (primarie e secondarie di primo grado) riesce a offrire in modo assai efficace alle proprie classi spiegazioni strutturate e strutturate proposte di attività, favorendo gli apprendimenti, l’elaborazione attiva e consapevole dei saperi, l’autonomia” (Ma nel confronto fanno nettamente meglio i docenti di scuola primaria, NdR).
Lo ha detto il direttore della FGA, Andrea Gavosto, che ha aggiunto che “Se vogliamo davvero un salto di qualità negli apprendimenti degli studenti del nostro Paese – in ogni grado scolastico – è necessario uno sforzo energico per migliorare le capacità didattiche del maggior numero possibile di docenti, portando a livelli elevati sia quanti oggi non vanno oltre una decorosa sufficienza sia i futuri neoassunti. Investire in innovazione didattica e formazione degli insegnanti deve essere un obiettivo del piano italiano in vista di Next Generation EU”.
La ricerca è stata condotta selezionando in ogni istituto comprensivo due classi di V primaria e due classi di I secondaria di primo grado e l’osservazione ha riguardato una lezione di due ore di italiano (ambito linguistico-antropologico per la primaria) e una di due ore di matematica (ambito matematico scientifico per la primaria). Il rapporto precisa che “Ciascun insegnante è stato osservato in tre momenti successivi da differenti coppie di osservatori, secondo una specifica griglia costruita a partire da un’analisi della letteratura nazionale e internazionale sulle pratiche didattiche e educative più utili per il processo di apprendimento degli studenti in classe”.
La metodologia e i risultati della ricerca sono stati immediatamente contestati dalla Flc Cgil: quanto al metodo perché “la Fondazione Agnelli ha anticipato i dati di una ricerca condotta dall’Invalsi (in collaborazione con FGA, e non viceversa!) di cui non è stato ancora pubblicato il report finale, dunque ancora in attesa di validazione scientifica”, e nel merito perché “la definizione di graduatorie da cui si generano giudizi che contrappongono i docenti della primaria a quelli della secondaria di I grado è semplicistica e scorretta. Assistiamo ancora una volta alla strumentalizzazione di alcuni dati utilizzati per semplificare, se non per umiliare, non solo il lavoro dei ricercatori che li hanno raccolti ed elaborati, ma soprattutto il lavoro degli insegnanti, riducendo la complessità della loro azione educativa, formativa, civile e sociale in graduatorie che generano poi titoli di giornali fuorvianti rispetto ad una materia che richiede un approccio maggiormente scientifico e tecnico”.
Più sbrigativo il giudizio di Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola del PCI, che parla di una “campagna di delegittimazione della scuola pubblica e del lavoro degli insegnanti” effettuata da “un soggetto privato (anzi padronale) che spia un nutrito campione di insegnanti in classe, in collaborazione con l’Invalsi e foraggiato con finanziamenti europei” esponendoli “al pubblico ludibrio”. Un linguaggio d’altri tempi. Come il PCI…
La valutazione è uno dei cardini del lavoro degli insegnanti. Ma per tanti essere valutati, come avviene in tutte le altre professioni… giammai!
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